Sfollati e case, potere ai prefetti
Accordo tra Italia e Libia: aiuti alla popolazione in cambio del blocco degli sbarchi La direttiva del Viminale: edifici pubblici requisiti se i sindaci non decidono
Corteo contro gli sgomberi, ieri, a Roma. E il Viminale studia nuove soluzioni. Per evitare vuoti di potere come quello che s’è visto nello sgombero di via Curtatone, con famiglie abbandonate alle aiuole del centro storico, la direttiva a cui pensa il Viminale conterrà anche la possibilità di requisire edifici pubblici vuoti. Di fatto più potere ai prefetti. Con la Libia accordo, ieri, alla presenza, a Roma, di quattordici sindaci del Paese nordafricano, per aiutare la popolazione: in cambio l’Italia chiede un impegno serio per frenare gli sbarchi.
Il perfezionamento dell’accordo negoziato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, con quattordici sindaci libici, che in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi è il bagaglio con cui il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni arriverà domani al vertice all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera Angela Merkel e il premier spagnolo Mariano Rajoy. Accordo che si è già tradotto nel crollo degli sbarchi, meno di tremila i migranti arrivati ad agosto, rispetto a oltre 21 mila di un anno fa. A Parigi saranno presenti anche i leader di Ciad, Niger e Mali e Gentiloni dovrà premere su quello che rappresenta lo step successivo delle richieste libiche: il coinvolgimento dell’Ue nel costruire un’alternativa ai viaggi, affrontata la questione della frontiera meridionale, per fare in modo che la Libia non si trasformi in un enorme campo di rifugiati.
Una «relazione speciale», tale è stata definita quella tra Italia e Libia in una dichiarazione congiunta al termine della riunione al Viminale presieduta dal ministro Minniti, con le autorità locali libiche, presenti anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, l’ambasciatore italiano a Tripoli Giuseppe Perrone e un rappresentante della Commissione Ue. L’incontro è stato la conferma e ha segnato anche un passo avanti rispetto al «patto» contro i trafficanti di essere umani siglato lo scorso mese a Tripoli. È stata, infatti, definita la tempistica di quello che il nostro Paese potrà fare nel breve periodo per le comunità locali. Dall’altra parte l’Italia ha ricevuto rassicurazioni sull’impegno a frenare gli sbarchi e all’appoggio libico all’Oim e all’Unhcr sui rimpatri assisti.
Il sostegno alle comunità locali libiche «più duramente colpite dall’immigrazione illegale, dal traffico di esseri umani e dal contrabbando, alternative di crescita e sviluppo» si traduce in forniture «rapide» di beni essenziali, come medicinali e testi scolastici. Nei prossimi giorni ogni sindaco presente ieri a Roma avanzerà una richiesta di aiuti materiali, cui l’Italia risponderà entro fine settembre.
La riunione di ieri è stata giudicata importante dal nostro Paese perché conferma che regge quell’accordo basato su una delicata combinazione di interessi reciproci: da un lato l’Italia può intestarsi la riduzione del flusso di migranti e, sotto l’aspetto umanitario, del numero di morti in mare; dall’altro l’aver incassato gli aiuti italiani rafforza la sovranità del governo libico e l’autorità del premier Fayez al Serraj in zone che fino a pochi mesi fa erano terra di nessuno. Non a caso ad accompagnare a Roma le autorità locali ha delegato un suo ministro.
Anche il fatto che la riunione di Roma si sia tenuta ieri, a poche ore dal vertice di Parigi, non è casuale: l’idea è che i leader europei possano avallarne i risultati. Roma ha già ricevuto il placet del commissario Ue per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che ha confermato il suo sostegno alle politiche migratorie dell’Italia e apprezzato lo sforzo di Minniti di cooperare con i libici.
All’Eliseo Al summit oltre a Merkel e Rajoy anche i leader di Ciad, Niger e Mali