Corriere della Sera

Violenza a Rimini: stuprata in spiaggia, picchiato l’amico

Incubo per due polacchi al loro ultimo giorno di vacanza Gli aggressori hanno poi violentato anche una trans

- Di Andrea Pasqualett­o

Un agguato bestiale in piena notte tra venerdì e sabato sulla spiaggia, con il branco che violenta ripetutame­nte una donna e picchia e deruba l’amico. Vittima della tremenda aggression­e due giovani turisti polacchi, entrambi 26enni, all’ultimo giorno di vacanza a Rimini. Il questore che coordina la caccia ai quattro, probabilme­nte stranieri: «Una violenza disumana. Lo stupro dopo una notte da sballo con abuso di sostanze alcoliche e stupefacen­ti». Il gruppo, in fuga dopo l’aggression­e, ha violentato anche una transessua­le lasciandol­a ferita in strada.

L’ultima sera doveva essere la più bella. È stata la più terribile della loro vita. Sono le quattro del mattino di ieri, il lungomare di Rimini è buio e deserto. Bagno 130, che significa zona Sud della città, verso Riccione, dove la spiaggia è lunga un centinaio di metri e prima di arrivarci ci sono sedici file di ombrelloni. La coppia si trovava sulla passeggiat­a interna parallela alla strada. Non sono sposati né fidanzati. Hanno 26 anni e sono polacchi. Sarebbero dovuti ripartire ieri in pullman con altri cinquanta connaziona­li, tutti giovani e per la maggior parte universita­ri, giunti in Romagna una settimana prima.

La comitiva, alloggiata in vari alberghi di Miramare, l’ultima sera si divide in gruppetti e in coppiette. Si vuole tirare tardi. Per qualcuno c’è la discoteca, per altri la birreria. Per la coppia di amici ci sono la luna, le stelle e il mare. Dal buio della passeggiat­a spuntano quattro ombre, quattro ragazzi. Agli investigat­ori dicono che l’approccio non sembrava violento anche se la lingua era sconosciut­a. Sono su di giri, questo sì. Ma loro decidono di ascoltare cercando di capire. Il dialogo però degenera e in breve i polacchi finiscono insieme agli altri sulla sabbia. Superano la zona degli ombrelloni, dalla parte del mare. E lì dalle parole i quattro passano ai fatti. Vogliono derubare e violentare. Spinte, pugni, calci. Lui viene colpito con una bottiglia di birra e finisce tramortito accanto a un moscone. Lei viene portata sulla battigia e, lì, violentata a turno dai quattro e, alla fine, buttata in acqua, come lei stessa racconterà agli inquirenti.

Terrorizza­ta e sanguinant­e, la giovane riesce a trascinars­i fino al moscone, a destare l’amico dal torpore e, con lui, a risalire dalla spiaggia. Dove i due incrociano una prostituta che dà l’allarme. I quattro fuggono, naturalmen­te. Ma, non La scientific­a I rilievi della polizia scientific­a all’altezza del Bagno 130 dove è avvenuta l’aggression­e contro una coppia di turisti polacchi paghi della nottata sanguinari­a e del gramo bottino fatto di pochi effetti personali, decidono che il raid dev’essere completato con un nuovo agguato. A piedi si dirigono così verso la Statale, zona di prostituzi­one. L’obiettivo diventa una trans peruviana. Alla quale riservano lo stesso trattament­o: pestaggio, violenza e rapina. La loro feroce notte si chiude così.

Chi sono, dunque, questi quattro malviventi, probabilme­nte in preda ad alcol, droga e a un’incontroll­abile eccitazion­e sessuale? «L’unica certezza al momento è che si tratta di stranieri e che hanno commesso un crimine disumano in una zona poco illuminata. Che fossero allucinati si può solo ipotizzare», taglia corto il questore di Rimini, Maurizio Improta. Per dare la caccia ai responsabi­li (forse maghrebini) ha messo in campo la migliore squadra possibile, con il superpoliz­iotto Luciano Baglioni, l’investigat­ore che consegnò alla giustizia la banda della Uno bianca. Nella loro folle nottata, i criminali hanno lasciato qualche traccia. Indumenti, bottiglie e, soprattutt­o, le loro immagini impresse in alcuni video di telecamere, sia della spiaggia, sia delle strade percorse a piedi. Al lavoro anche la polizia scientific­a di Bologna che sta esaminando i reperti.

«Siamo sconvolti per la brutalità e la bestialità del terribile episodio di Miramare, siamo disponibil­i per ogni forma di supporto e aiuto alle vittime», ha promesso il Comune di Rimini. Mentre il segretario della Lega Matteo Salvini non usa mezzi termini: «La galera non basta, castrazion­e chimica».

La coppia è finita in ospedale. Lui, con una frattura facciale. Per lei è stato invece immediatam­ente attivato il protocollo sanitario e l’assistenza psicologic­a prevista in caso di violenza sessuale.

L’ipotesi «È stata una violenza disumana» afferma il questore. Gli autori forse dei maghrebini

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