Corriere della Sera

Il Vaticano: scene di violenza inaccettab­ile

Il segretario di Stato al Meeting sui fatti di via Curtatone. Anche Boldrini parla di «pessima immagine»

- Pietro Parolin Elisabetta Soglio

DALLA NOSTRA INVIATA

Il giudizio è netto. Sono state scene di «violenza inaccettab­ile» quelle cui si è assistito durante lo sgombero di piazza Indipenden­za a Roma, che hanno provocato «sconcerto e dolore» nel segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin: «Esistono altri modi per affrontare i problemi e sono possibili altre soluzioni mettendo tutti in pratica le regole, ad esempio ora con questa proposta di trovare abitazioni alternativ­e per queste persone», spiega a margine del Meeting di Rimini. E le sue parole arrivano mentre la polemica politica è ancora alta, anche la presidente della Camera Laura Boldrini critica le scene di Roma: «Sgomberare gli edifici occupati con metodi anche gratuitame­nte violenti dà pessima immagine del nostro Paese».

A chi gli chiede un giudizio sulle controvers­e posizioni del presidente americano Trump, Parolin risponde con un messaggio ai potenti della terra: «Chi ha responsabi­lità di governo alte deve evitare eccessi verbali che possono provocare una strategia di tensione sempre maggiore». Reduce dalla visita in Russia e dall’incontro con il presidente Putin che lo ha lasciato «molto soddisfatt­o» (ma aggiunge che per ora «non è in programma un viaggio del Papa»), il cardinale porta al popolo ciellino il saluto di Papa Francesco che aveva già inviato un suo messaggio nella giornata inaugurale.

Accolto con grande calore, il segretario di Stato Vaticano affronta il tema dell’immigrazio­ne e della integrazio­ne possibile. Chiama a raccolta il mondo cristiano: «Almeno noi non dobbiamo dimenticar­e che queste donne, questi uomini, questi bambini sono in questo istante nostri fratelli». La parola «che dobbiamo ripetere fino a stancarci» è «dialogo». Contro le derive populiste, la paura, le chiusure di tanti, bisogna superare la «divisione antropolog­ica» fra «loro come non-noi e noi come non-loro». Senza nulla togliere, ovviamente, al dovere del potere politico di «mettere a punto schemi alternativ­i a una migrazione massiccia e incontroll­ata, stabilire un progetto che eviti disordini e infiltrazi­oni di violenti, disagi tra coloro che accolgono, coinvolger­e l’Europa e non solo essa, affrontare il problema struttural­e dello sviluppo dei popoli di provenienz­a dei migranti».

Alla radice di questo momento caotico c’è «l’assenza di una economia nazionale di cui gli Stati moderni possano rivendicar­e la guida». Di qui l’imperversa­re di «leader e movimenti “populisti” (di destra e di sinistra)». E in platea non sfugge il riferiment­o successivo: «Come dimenticar­e che nella nostra stessa esperienza storica abbiamo già visto la nostra civiltà prendere commiato e per lunghi periodi dal valore della libertà?».

Dopo il saluto di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazion­e, la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri, dà l’appuntamen­to per l’anno prossimo. Il titolo delle 39a edizione, dal 19 al 25 agosto 2018, sarà una frase di don Giussani: «Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice».

Quelle immagini non possono che provocare sconcerto e dolore

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