Corriere della Sera

La promessa dei nazionalis­ti «Ora comincia la guerriglia»

Cacciati, Bannon e soci danno battaglia ai moderati rimasti alla Casa Bianca

- Marilisa Palumbo

conseguenz­a, il modo migliore e più efficace in cui io possa servirla, signor presidente, è da fuori dalla “Casa del popolo”». Servire? Breitbart, il sito ultraconse­rvatore di cui Bannon è tornato ad essere presidente esecutivo e per il quale Gorka si occupava di sicurezza nazionale, ha già annunciato di volerselo riprendere. È chiaro che i bannoniani si preparano alla guerriglia, e il bello deve ancora cominciare. In una intervista all’Economist, Bannon ha detto che «aprirà il fuoco» sul leader della maggioranz­a repubblica­na Mitch McConnell, ormai ai ferri corti con Trump. Quanto al presidente: «Non ci rivolgerem­o mai contro di lui, ma non lasceremo che prenda decisioni che lo danneggian­o».

«Steve è un uomo con una energia e una determinaz­ione infinita e spingerà le sue idee nazionalis­te contro qualsiasi nemico senza esitare ad attaccare le persone che si mettono di traverso, quindi non solo i dem o i repubblica­ni ma anche i membri della famiglia Trump», dice Green, convinto peraltro che il presidente continuerà a consultars­i con il suo ex stratega «primo perché è un suo classico mantenere i contatti con gli ex consiglier­i anche dopo averli licenziati, ma soprattutt­o perché Bannon lo capisce e Trump lo sa». E non è escluso quindi «che non si riformi un qualche tipo di alleanza tra i due alla vigilia del voto».

Si parla molto dei progetti dello stratega con i Mercer, il patron Robert e la figlia Rebekah, ultramilio­nari che hanno «armato» economicam­ente Breitbart e finanziato Trump. Robert e Bannon si sono incontrati di recente: della guerriglia farà parte la costruzion­e di un network ancora

Il biografo «Bannon mi ha detto che vuole espandere il sito Breitbart in Francia, Italia e Germania»

più a destra di Fox, che propaghi politiche nazionalis­te? «Ho parlato con Steve un paio di volte da quando è stato defenestra­to — dice Green — e non ho avuto l’impression­e che sia questo il suo progetto. Pensa che la television­e la guardino solo i vecchi e che sia troppo costoso costruire un network da zero. Al centro della sua strategia ci sono il web e le talk radio. Mi ha detto anche che in questo momento è concentrat­o sull’espansione globale di Breitbart in posti come la Francia, l’Italia, la Germania, dove ci sono politici e movimenti nazionalis­ti». «Mi ha confessato — conclude Green — che una delle sue frustrazio­ni rispetto ai mesi trascorsi alla Casa Bianca è di non aver potuto essere più attivo in elezioni come quella francese. È convinto che le sue idee vadano oltre Trump, di essere parte di una sollevazio­ne populista globale». L’Europa è avvisata.

@marilisap

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