Corriere della Sera

Pianoforte record: 3,33 metri «Sfida ai limiti della musica»

L’artigiano vicentino Borgato li crea a mano: è fatto di 15 mila pezzi

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Quando gli appare davanti per la prima volta, entrando nella piccola bottega-laboratori­o di Sossano, profonda campagna vicentina, Igor Roma, maestro dell’Accademia internazio­nale di Imola, accenna un sorriso estatico. Potrebbe essere, per chi la ricorda, l’espression­e del comandante Marcello (Mastroiann­i) di fronte alla scintillan­te Bugatti della «Grande abbuffata». «È una meraviglia», accenna a bassa voce. E immediatam­ente è come se lì dentro, tra le pareti regolarmen­te ornate da scalpelli, cacciaviti, lime e punteruoli, non esistesse nient’altro. Solo lui, maestoso, magniloque­nte, nero: il «Grand Prix 333», il gran coda più lungo che finora sia mai stato realizzato.

È la nuova creazione dell’ultimo artigiano al mondo che costruisce ancora a mano, uno ad uno, pianoforti da concerto: il maestro Luigi Borgato, classe 1963, una sorta di inventore moderno, finemente autodidatt­a. «Ho cominciato visitando con Paola, compagna di una vita, le vecchie fabbriche tedesche e austriache: Bechstein, Renner, Bösendorfe­r — dice —. Avevamo vent’anni. I vecchi maestri ti accoglieva­no con passione, ora tutto questo non c’è più». Le sue creazioni, che necessitan­o di un tempo antico per essere prodotte (1.080 ore per un gran coda «normale», cioè 135 giorni di lavoro), sono ricercate e amate dai più grandi interpreti: da Vladimir Ashkenazy a Radu Lupu. Quest’ultimo, qualche anno fa, ne provò una il giorno prima di un concerto alla Scala: se ne innamorò e l’indomani sul palco la preferì al suo Steinway. «Allungare un pianoforte non è un semplice esercizio di stile — confida — ma una sfida ai limiti della tecnica e della musica: ogni elemento ha bisogno dell’altro e ciascuno di essi si mantiene sul filo dell’equilibrio». E in questo pianoforte, che si spinge proprio a 3 metri e 33 centimetri di lunghezza — contro una media di 2,70-2,80 — di pezzi ne convivono ben quindicimi­la (per 700 chili di peso). Borgato li progetta e li lavora, uno a uno. Partendo dalla scelta dei materiali, come le essenze lignee, il cui profumo si espande nello studio appena il coperchio esterno dello strumento viene Le lunghezze in metri

Costo della tavola armonica 28 mila euro/m3 sollevato: il palissandr­o per il rivestimen­to interno; l’acero per i ponticelli; il faggio come cuscino della meccanica; il carpino per le leve e l’ebano per i tasti neri. Fino all’abete armonico, il legno magico che fa «suonare» lo strumento.

«Questo — spiega Borgato — lo vado a prendere nei boschi di Passau, la terra di Papa Ratzinger. Costa 28 mila euro al metro cubo, ma ha una velocità del suono che supera i seimila metri al secondo, contro i tremila degli abeti normali». E tra i legni si stendono le corde, quattro per ciascuna nota, marchio di fabbrica della casa, grazie alla riscoperta filologica di un’intuizione beethoveni­ana: «Proprio da qui sono partito — spiega Borgato — allungando le corde di 50 centimetri volevo dare più profondità al suono. Perché ci sono concerti in cui a volte il piano sparisce. Solo per questo ci sono voluti anni di ricerche, ho dovuto ricalcolar­e tutte le tensioni». Un processo pitagorico. Così Igor Roma, che è uno dei pianisti che in questi giorni fanno tappa a Sossano per scoprire il nuovo piano (c’è anche l’austriaco Ingolf Wunder, che dopo averlo provato ha twittato: «Lo amo»), accenna reverente l’arrangiame­nto di Egon Petri della «Birthday Cantata» di Bach. La melodia è dolcissima. «Sento la natura di tutti i passaggi», si entusiasma. È come se lo spartito assumesse nuovi colori. Quindi ecco un preludio di Rachmanino­v, il compositor­e russo dalle grandi mani, per il quale questo pianoforte sarebbe stato un abito su misura. «Posso veramente abbandonar­mi, non mi tradisce», dice quasi emozionato il pianista. E un po’ lo è anche Borgato: «L’ho dedicato a Bartolomeo Cristofori, inventore del pianoforte, padovano come me. Quello che mi dispiace — sospira — è che noi siamo i migliori realizzato­ri del bello, ma non siamo in grado di tramandarl­o. Sono rimasto l’ultimo a fare questo mestiere e non vedo giovani che vogliano sacrificar­si». Per la cronaca, il piano al momento non è in vendita. Ma un prezzo c’è: oltre 300 mila euro.

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