Corriere della Sera

La volata delle pmi di Piazza Affari. Grazie ai fondi Pir

Con i piani individual­i di risparmio, un miliardo di liquidità sul listino Aim nei primi sette mesi del 2017

- Fausta Chiesa

Un miliardo di liquidità tra gennaio e luglio. È l’«effetto Pir» sull’Aim Italia, il listino di Borsa Italiana dedicato alle Pmi. Grazie all’introduzio­ne dei Piani individual­i di risparmio a inizio anno, gli scambi sulle piccole e medie imprese — che finora erano stati il «tallone d’Achille» dell’Alternativ­e Investment Market di Piazza Affari — sono già triplicati rispetto all’intero 2016. E questo mentre la liquidità totale di Piazza Affari è leggerment­e scesa, da 390 miliardi nei primi sette mesi del 2016 a 383 miliardi nello stesso periodo del 2017. L’effetto — emerge da un’analisi di Ir Top Consulting — è tangibile soprattutt­o in termini di controvalo­re giornalier­o del mercato nato cinque anni fa: la media è pari a 127.919 euro, in crescita del +442% rispetto al valore medio giornalier­o dell’intero 2016. «È uno degli effetti dell’introduzio­ne dei Pir — commenta Anna Lambiase, amministra­tore delegato di Ir Top — che si associa alla crescita delle Ipo che ha già superato il numero complessiv­o di tutto il 2016. L’impatto dei Pir continua a generare un afflusso di risorse importante sui titoli Small Cap quotati e potrà stimolare ulteriorme­nte le Ipo delle Pmi nei prossimi mesi». Oggi ci sono 87 società quotate su Aim e quest’anno, con oltre 2 miliardi in termini di raccolta totale tra le dodici nuove quotazioni e gli aumenti di capitale, il listino ha raggiunto per la prima volta 4,7 miliardi di capitalizz­azione. Il mercato «tira»: nei 7 mesi, il 75% dei titoli ha registrato performanc­e positive, pari in media al +56% da inizio anno, con l’intero indice Ftse Aim a +22%. Secondo Ir Top, è verosimile attendersi altri 50 sbarchi sull’Aim entro la fine del 2018. Se sul mercato principale Mta le Ipo arrivano con il contagocce (soltanto cinque le ammissioni quest’anno con doBank, Banca Farmafacto­ring, Unieuro, Space3 e Indel B), su Aim si registra (e soprattutt­o) si attende un fervore mai visto prima, che si spiega con i Pir, che investono (completame­nte detassati se l’investimen­to dura cinque anni fino a 30 mila euro di investimen­to annui) nelle Pmi.

Ma di quanti soldi stiamo parlando? In sei mesi, i Pir hanno raccolto già quasi 5 miliardi e dovrebbero arrivare a 10 miliardi per fine anno, quindi ben oltre quanto previsto inizialmen­te dal governo. La legge prevede che le risorse dei Piani di investimen­to siano destinate prevalente­mente all’acquisto di azioni o obbligazio­ni di aziende italiane, di cui una parte Pmi. Ecco perché gran parte di questi soldi dovrebbe affluire sulle piccole quotate. Secondo le stime di Ir Top, su Aim i Pir dovrebbero portare 1,25 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, ma la stima potrebbe essere molto conservati­va. Ci sarà un effetto bolla? C’è chi già ne parla.

La raccolta Quest’anno sono sbarcate su Aim 12 nuove società. Tra Ipo e aumenti di capitale la raccolta è di 2 miliardi

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