Corriere della Sera

Otto donne per una diva

Vita e segreti di Valentina Cortese dall’infanzia difficile ai successi nel racconto delle attrici italiane

- Valerio Cappelli

Dietro i suoi modi rarefatti, quel foulard calato sulla fronte che porta come un amuleto e che rinvia a mondi lontani, Valentina Cortese nasconde un dramma dell’infanzia. C’è una Valentina pubblica e una privata. La maschera dell’attrice deve averle fatto comodo.

Il regista Francesco Patierno ha messo il punto esclamativ­o al documentar­io Diva! che il 2 settembre porta alla Mostra di Venezia (e a dicembre su Sky Arte). Otto attrici per restituirn­e una. Isabella Ferrari, Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Anna Foglietta, Carolina Crescentin­i, Carlotta Natoli, Greta Scarano, Silvia D’Amico (più la partecipaz­ione di Michele Riondino).

Isabella: «Nessun paragone o imitazione, per carità. Anch’io vengo dai giochi d’infanzia nel fieno della campagna, si è risvegliat­o qualcosa nell’inconscio, ognuna di noi si è avvicinata con la

propria intimità a lei. Mi fa pensare a una nuvola». Anita: «Lei ama la bellezza, c’è quello che dà ma anche quello che riceve dall’arte, una donna piena di memorie». Volti celebri che ripercorro­no la vita di Valentina Cortese, dando voce alle sue stesse parole tratte dall’autobiogra­fia Quanti sono i domani passati, pubblicata per i suoi 90 anni.

Un viaggio attraverso i ricordi, parole e immagini dei suoi film. Un puzzle simile a Io non sono qui su Bob Dylan. Che il regista non ha visto. E allo stesso modo Valentina non ha visto il documentar­io che la riguarda. Ha solo commentato, con maliziosa autoironia: «C’è davvero qualche pazzo che vuol fare un film sulla mia vita?».

Figlia «illegittim­a», come si diceva un tempo, di gente benestante. Una madre troppo giovane per crescerla, «non mi ha mai regalato un giocattolo, ricordo solo una scatola di biscotti». Era «amante di un uomo sposato», che Valentina vide qualche volta da bambina senza sapere chi fosse. La madre, all’incontro di anni dopo, la rimproverò per la sua storia con il direttore d’orchestra Victor De Sabata, di 30 anni più grande: «Vergognati!», Valentina si presentò all’incontro con un rubino in dono; riprese l’anello dalle mai della madre e lo gettò nel Tevere.

Da bambina fu affidata a una famiglia di contadini, lei ricorda con amore quel mondo genuino. «Mia madre veniva a trovarmi truccata, elegante, col suo autista. Mi dicevano che era la zia Olga».

Patierno indaga sul «mistero di una donna che dietro un’apparente e fuorviante immagine di vanitosa leggerezza, ha nascosto un segreto che è stato il buco nero della sua esistenza, origine forse della voglia di scappare continuame­nte da qualcosa, di non concedersi mai del tutto a nessuno».

Il filmato si apre con Effetto notte di Truffaut, la scena in cui Valentina, non ricordando le battute, le sostituisc­e con i numeri, o se le appiccica su foglietti, così come aveva visto fare da Amedeo Nazzari e Osvaldo Valenti. Truffaut disse dopo l’Oscar: «È facile vincerlo quando si ha a che fare con Valentina Cortese». Migliore attrice quell’anno fu Ingrid Bergman che alla consegna si scusò con Valentina: «Era lei a meritarlo».

Diceva di sé: «Sono un’attrice vecchio stampo con una voce flautata adatta a un certo repertorio, ma se mi stacco dalle tende e scelgo un testo che richiede una recitazion­e più moderna divento surreale, futurista, dodecafoni­ca. A volte mi chiedo chi sia io». Dopo uno dei tanti amori sbagliati, decide di andare a Hollywood: «Mi impegnai con un contratto da due lire per sette anni».

I party americani: il boss della XX Century Fox si prese un whisky in faccia dopo che le mise le mani addosso, durante una festa in cui due lesbiche erano costrette a fare sesso davanti a tutti e gli uomini portavano «la cravatta legata giù, avete capito dove?», ricorda l’attrice.

L’aneddoto: fu lei, dopo averla avuta su un set come sorella minore, a indicare il nome di Audrey Hepburn per Vacanze romane: «Prendi questa ragazzina», suggerì al regista William Wyler. Giorgio Strehler, l’amore della sua vita: «Diceva che ero una gatta di razza, adorabile e detestabil­e, che ci voleva il suo amore e la sua pazienza per non tirarmi tutto in testa». Valentina racconta che la più grande lezione di recitazion­e fu quando si ritrovò all’ospedale accanto a una donna disturbata: «Sembrava una Cassandra posseduta dagli dei, calcava l’aria con ritualità atavica, aveva una postura regale mentre andava a sedersi sulla panchina. Guardarla, fu un dono enorme».

Il regista Patierno: «Esploro i misteri di una grande interprete nascosti da un’apparente vanità»

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Anita Caprioli L’attrice, 43 anni, sul set: è tra le otto scelte per interpreta­re Valentina Cortese nel film diretto da Francesco Patierno. Sarà presentato fuori concorso alla Mostra
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Isabella Ferrari
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Greta Scarano
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Carlotta Natoli
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Carolina Crescentin­i
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Anna Foglietta
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Barbora Bobulova
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Silvia D’Amico

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