Spalletti, una squadra strana Di Francesco sfortunato Dybala è impressionante
Un’Inter strana, entusiasmante e passiva, alla fine esagerata, a tratti bellissima, guidata da un capitano universale, un attaccante del tempo, un giocatore che è davvero un riassunto del calcio, essenziale e nascosto. Ci ho pensato a lungo, alla fine credo sia giusto essere sinceri: non so se l’Inter abbia davvero meritato di vincere. La Roma ha preso tre pali quando era in vantaggio, ho visto cose chiaramente sbagliate in quel periodo dell’Inter, per esempio Borja Valero trequartista e un carattere un po’ lento, abbandonato. Ma l’ultima mezzora è stata perfetta, molto più che dominata, semplicemente inventata e decisa da una squadra che è forse nata in quel momento. Continuando nella sincerità, non sono sicuro che l’Inter sia da scudetto, e forse non è nemmeno il momento giusto per chiederselo. Ma non vedo adesso perché non
possa diventarlo. Non ha ancora gioco, rispetto al passato si è fatta però resistente. Ha avuto molti momenti per perdere la partita, ma non è mai riuscita a perderla davvero. E ha in compenso giocatori improvvisi, cresciuti nel loro peso sulla gara. Icardi per primo, ma anche Perisic e Candreva, anche Vecino, gli stessi Nagatomo e D’Ambrosio, apertamente inferiori ma, appunto, sempre in gara. La Roma è stata più bella e meno fortunata, frenetica e confusa. Perdere è stato un destino eccessivo ma sempre presente per tutta la partita. Grossa vittoria anche quella della Juve. C’è qualcosa che non va, è evidente. La difesa non funziona come reparto e non è aiutata dal centrocampo. È come se ognuno giocasse seguendo un avversario, senza un disegno comune. Ma è vero anche che i due gol sono stati molto singolari, difficile dar loro il peso di una partita. Prende in contropiede il brutto momento di Alex Sandro, la Juve non è abituata a un rendimento così poco ovvio di uno dei suoi giocatori più importanti. Manca ancora Khedira, alterno Pjanic, anche Mandzukic, c’è una confusione chiara nei difensori centrali, buoni individualmente, ma ognuno sulla propria deriva. Accelera Dybala in modo quasi impressionante. È uscito dal gioco particolare di prima, cioè essere metà di qualunque ruolo, è tornato a essere determinante e con facilità. È come se tutto il nuovo gioco della Juve, comprese le corse e i rientri di Higuain, avessero lo scopo di liberarlo. La differenza che produce è così evidente, così pesante, da farlo ritenere ormai uno dei migliori al mondo.