Corriere della Sera

Casa Ferrari diventa casa Vettel Altri tre anni di contratto per Seb

«Amo la squadra e la gente che ci lavora: è unica». Il talento Leclerc in futuro

- DAL NOSTRO INVIATO Flavio Vanetti

Una prima fila conquistat­a con l’aiutino («Ringrazio Kimi Raikkonen: ha abortito il suo tentativo e mi ha trascinato con la sua scia») per festeggiar­e un nuovo contratto lungo tre anni: Casa Ferrari sarà anche Casa Vettel fino al 2020 (40 milioni all’anno, in tutto 120). Cadono le illazioni sulla soluzione «short» — un anno e poi si vedrà — e prende corpo un accordo che fissa un traguardo («Non abbiamo ancora completato la nostra missione») e una relazione speciale: «Amo questo team, amo la gente che lavora per questo marchio. Lewis Hamilton ha toccato con mano gli sforzi che portano alla realizzazi­one di una macchina vincente. In tutti i team succede la stessa cosa, ma la Ferrari ha qualcosa di unico». Firmato, Sebastian Vettel da Heppenheim.

Ci aveva raccontato una piccola bugia, giovedì, sostenendo che non ci sarebbero state novità a breve. Ma quelle parole suggerivan­o piuttosto il contrario. E poi il suo avvocato gironzolav­a nel paddock, assieme a un legale dello studio Peter di Lugano, che storicamen­te segue il Cavallino. Venerdì sera il nero su bianco è stato messo, ieri la notizia non era più blindabile. Perché allora l’innocente «balla», Seb? «Non pensavo che fosse ancora il momento di chiudere il cerchio. Con la Ferrari parlavo da un po’, gli eventi hanno vissuto un’accelerazi­one e allora ho deciso di definire e di annunciare. Confermo però di aver firmato solo nel fine settimana».

Sul nuovo contratto di Seb si consuma un altro battibecco con reciproca smentita tra Niki Lauda e Toto Wolff («Abbiamo sospeso due mesi fa il negoziato» dice Lauda; «Non abbiamo mai iniziato una trattativa» ribatte Wolff), ma più che queste curiose baruffe in casa Mercedes conta sapere se questa fedeltà ricorda quella che ebbe Michael Schumacher e se Vettel Rossa Vettel al volante della sua Ferrari sull’asfalto di Spa, sotto in coppia con Hamilton: i due partiranno oggi in prima fila (Reuters, Afp) ha mai pensato di lasciare la Rossa, magari dopo il deludente 2016. La risposta al secondo quesito è indiretta (Vettel non spiega se il tarlo dell’addio l’ha davvero roso), ma allo stesso tempo è precisa: «La passione per la Ferrari la capisci quando incontri la gente che lavora in azienda: sono grato di appartener­e a questa famiglia, non era complicato decidere di andare avanti». Mantenendo una prudenza contrattua­le che prevede delle opzioni di uscita.

Quanto a Schumi, è un crescendo di parole e sentimenti: «È una delle prime persone alle quali avrei voluto chiedere un consiglio nel 2014… (ndr: ma il suo incidente risale a fine 2013). E mi sarebbe piaciuto consultarl­o anche adesso… Io voglio vincere in rosso. Schumacher è stato in prevalenza vestito di rosso. E con il rosso ha vinto il maggior numero dei campionati. Nessuno pensa di ricalcarne le orme, la nuova generazion­e della Ferrari vuole lasciare una traccia sua. Ma l’ispirazion­e arriva da Michael e ora per me questa è una grande sfida».

Buon viaggio, Sebastian. Prima c’è un orizzonte a breve di nuovo assieme a Raikkonen, poi una meta più lontana probabilme­nte a fianco di Leclerc, talento «doc» che ha vinto pure ieri in F2. Qualcuno, scommettia­mo, ci è rimasto male dopo l’annuncio. Un nome a caso? Lewis Hamilton. A un futuro con la Ferrari, puntava eccome.

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