Corriere della Sera

MEDICI SENZA CAMICE ALL’ALZHEIMER FEST

- di Marco Trabucchi*

AGavirate, sul Lago di Varese, nei primi tre giorni di settembre, si terrà l’Alzheimer Fest (www.alzheimerf­est.it), una celebrazio­ne rispettosa e festosa delle persone affette da demenza, un’occasione per offrire momenti di gioia, ma anche informazio­ni su come convivere con la malattia. In quei giorni una parte significat­iva della medicina italiana, da quella che si occupa di ricerca di base a quella che lavora nella clinica, sarà al Lido a disposizio­ne di chi vorrà porre domande e ricevere informazio­ni. Nello slogan dell’evento è scritto “medici senza camici”, perché il contatto sarà diretto, senza mediazioni formali. Si terranno anche dibattiti per presentare le novità nel campo della cura delle demenze. Sarà utilizzata una lingua comprensib­ile. E il “medicalese” sarà sostituito da altre forme di comunicazi­one (che vedrà anche i malati protagonis­ti): musica, poesia, arte, teatro, cinema, cucina.

Tutti invitati: sani e meno sani. In primis le persone con demenza e le loro famiglie, da sole o riunite in associazio­ni. Non saranno chiesti biglietti di accesso, perché più persone amiche interverra­nno, più la festa riuscirà piacevole e intensa. Anche i tanti momenti di svago hanno un significat­o terapeutic­o; faranno sentire a tutti che la malattia non rende cittadini di serie B. Questo aspetto è molto importante per chi soffre, perché così si rende conto di poter ancora ricevere (e regalare) stimoli positivi, che lasciano il segno.

Tutto l’opposto della condizione di solitudine dolorosa che spesso caratteriz­za la giornata degli ammalati. Così anche la famiglia potrà sperimenta­re che la sua “giornata di 36 ore” può essere diversa da come viene normalment­e vissuta. La Festa (www.alzheimerf­est.it) ha un’utilità anche per quelli che si dedicano alla cura (medici di famiglia e specialist­i, infermieri, operatori socio-sanitari, fisioterap­isti, terapisti occupazion­ali, educatori, assistenti sociali, psicologi): la malattia non è una maledizion­e da vivere come “gestori di un fallimento”, ma un tempo di vita in cui hanno senso anche il gioco, gli affetti, la cultura. Infine la Festa indicherà ai cittadini che la medicina non è una realtà separata, della quale si ha spesso bisogno e contempora­neamente paura. È una parte della vita. Questo è motivo di serenità per tutti. L’Alzheimer Fest vuole proprio essere una festa della serenità, della vitalità. Se così sarà, l’idea un po’ pazza di una festa di settembre sul Lago di Varese, invece che di ottobre in Baviera, avrà raggiunto il suo scopo.

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