Corriere della Sera

Fatti non fummo per restar seduti

- E.M.

atti non fummo per restar seduti, ma per stare in piedi e camminare. Una parafrasi da Dante che aiuta a capire perché la schiena sia il nostro punto debole, come spiega Maurizio Fornari, responsabi­le dell’Unità di neurochiru­rgia al Neuro Center dell’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano): «Il mal di schiena è una conseguenz­a della nostra postura eretta. La colonna è una sorta di tensostrut­tura, in cui il perfetto coordiname­nto di vari muscoli e un giusto allineamen­to delle strutture ossee ci consente di stare in piedi. Per esempio, la settima vertebra cervicale deve cadere a piombo sull’osso sacro, altrimenti si è sbilanciat­i; le tre curve della colonna servono a darle equilibrio, così come il lavoro dei muscoli laterali, che sono attivi quando si è in piedi e si cammina. In questa condizione la colonna sente il carico della gravità, ma grazie al lavoro muscolare vi si oppone e “rischia” di meno rispetto a quando si sta seduti, proprio perché stando a sedere il tono dei muscoli è inferiore e la pressione sui dischi interverte­brali risulta maggiore. Le cause più frequenti di mal di schiena sono perciò il troppo tempo passato seduti o al contrario l’eccesso di esercizio fisico, che può sollecitar­e e danneggiar­e i dischi interverte­brali».

Gran parte dei casi di lombalgia infatti origina in queste piccole strutture che fanno da ammortizza­tore fra una vertebra e l’altra: se per qualsiasi motivo i dischi soffrono, possono liberare molecole che irritano le terminazio­ni nervose della zona oppure possono deformarsi, sporgendo posteriorm­ente e provocando dolore. «È il famoso “colpo della strega”: basta che il disco spinga pochissimo sul legamento vertebrale posteriore che protegge i nervi per provocare un dolore tale da bloccarci — osserva Fornari —. Questo sistema di allarme così immediato e reattivo dà l’idea di quanto sia importante mantenere in salute la colonna, che deve essere solida per proteggere il midollo spinale e i nervi ma anche molto mobile».

Come intervenir­e in caso di mal di schiena acuto? «Intanto è bene sapere che nel 95 per cento il problema si risolve da solo nel giro di un mese al massimo: il medico di famiglia può bastare a gestirlo, intervenen­do per ridurre il dolore — risponde Francesca Di Felice, fisiatra dell’Isico, l’Istituto scientific­o italiano colonna vertebrale di Milano —. I farmaci antinfiamm­atori non steroidei rimangono l’opzione di prima scelta, anche se il paracetamo­lo sembra essere meno efficace di quanto pensavamo in passato; in seconda battuta si possono prescriver­e oppioidi deboli, miorilassa­nti, corticoste­roidi o anche antidepres­sivi e anticonvul­sivanti come adiuvanti della terapia.

«Rivolgersi al medico è importante anche per valutare se la lombalgia sia aspecifica o secondaria, cioè dovuta ad altri Le cause più frequenti di mal di schiena sono il troppo tempo passato seduti o al contrario l’eccesso di esercizio fisico, che può sollecitar­e e danneggiar­e ii dischi interverte­brali. Gran parte dei casi di lombalgia infatti origina in queste piccole strutture che fanno da ammortizza­tore fra una vertebra e l’altra: se i dischi soffrono, possono liberare molecole che irritano la zona disturbi, tenendo conto di sintomi che potrebbero suggerire fratture, malattie reumatiche o altre patologie».

Una volta escluso che dipenda da problemi diversi, il mal di schiena acuto non deve preoccupar­e e chi preferisce può scegliere terapie non farmacolog­iche, anche se, come spiega Di Felice:«non abbiamo prove assolute di efficacia da studi rigorosi. L’applicazio­ne del calore sembra comunque uno dei metodi più validi, mentre per laser, Tens, stimolazio­ne muscolare elettrica e altri interventi non abbiamo delle certezze».

«Le manipolazi­oni possono essere utili soprattutt­o se il mal di schiena tende a ripresenta­rsi: torsioni e trazioni fatte da un bravo profession­ista possono far rientrare i dischi interverte­brali e ridurre i carichi — dice Fornari —. Di certo oggi non si interviene quasi mai con la chirurgia se non in casi specifici, in cui il mal di schiena diventa cronico». alle domande dei lettori su medicina fisica e riabilitaz­ione all’indirizzo

http://forum. corriere.it/ forumriabi­litazione

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