Corriere della Sera

Oscar e Nina, una vita a ballare il tango perfetto

Sono vedovi, hanno 172 anni in due e si sono innamorati danzando I giovani li ammirano: la loro è arte

- Di Emanuele Trevi

Si chiamano Oscar Brusco e Marina Chudoba, sommando i 90 anni di lui e gli 82 di lei insieme ne portano in pista 172. La pista è quella dei Mondiali di tango di Buenos Aires, dove la coppia ha incantato tutti. Dagli anni 40 Oscar e Nina hanno dedicato al ballo la loro parte migliore. Ognuno per conto proprio. Fino a quando non sono rimasti vedovi; fino a quando la vita non li ha fatti incontrare; fino a quando, racconta lui, «l’ho vista passare e me ne sono innamorato». Era 15 anni fa e da allora ballano assieme. In Argentina la loro esibizione è stata accompagna­ta da rumorose ovazioni. Vecchia scuola, senza fronzoli, ma naturalezz­a e passione.

Dagli anni 40 hanno dedicato al ballo la loro parte migliore. Giorni fa erano in gara ai Mondiali di Buenos Aires

Se non vi bastano le fotografie, cercateli su Youtube, Oscar Brusco e Marina Chudoba, lui novant’anni, lei un po’ più giovane, ma nemmeno tanto.

Il primo video è recentissi­mo: campionati «senior» di tango, Buenos Aires, giugno 2017. Tra tutti e due, a conti presto fatti, Oscar e Nina si portano sulle spalle quasi due secoli. Per la precisione, centosetta­ntadue anni. Parte del pubblico che li va ad ammirare è composto da una vasta discendenz­a di figli, nipoti, pronipoti. Il tango, per loro, non è stata una scoperta senile, un hobby per gli anni della pensione. Dagli anni Quaranta a quest’arte geometrica e sentimenta­le hanno dato la parte migliore di loro, e da lei hanno ricevuto il meglio della loro vita. Ma una delle cose che rendono così interessan­te la loro storia, è che si sono conosciuti molto tardi, non più di quindici anni fa. Quante volte si saranno incrociati, senza sospettare l’uno dell’altra, in una milonga di periferia? Ma il destino, tra le tante sue malefatte, trova pure il tempo per imbastire queste storie commoventi e lievemente insensate, che hanno il potere di infonderci un po’ di speranza e di allegria, e ricordarci che l’uomo è pur sempre il più poetico degli animali, quando può.

Dovevano diventare entrambi vedovi, Oscar e Nina, e varcare la soglia del nuovo millennio, prima di incontrars­i. Esigente e generosa con i suoi fedeli, l’arte del tango li aveva conservati in forma invidiabil­e, quando l’ora, finalmente, è scoccata. Da perfetto gentiluomo argentino, che non teme di sminuire i sentimenti riducendol­i all’essenziale, Oscar racconta l’incontro in poche parole: «L’ho vista passare e me ne sono innamorato. L’ho invitata, e da quel giorno balliamo insieme». Alla faccia della morte. Accennavo ai video: osservate i piedi, prima di tutto. Anche un profano assoluto se ne rende conto: questi due esseri meraviglio­si possiedono in pari misura l’intensità e la leggerezza. In questo mi ricordano la maniera di scrivere di un altro vecchio fiabesco, Raffaele La Capria. Con la differenza che si scrive da soli, e si balla il tango in coppia. Gli altri danzatori, i più grandi, quelli che vincono i campionati, non diversamen­te dal pubblico tributano a Oscar e Nina un’ammirazion­e incondizio­nata, accompagna­ta da rumorose ovazioni (come in questi giorni ai Mondiali). Si badi bene, non è compiacenz­a verso due nonnetti arzilli. Una grande arte è sempre a suo modo crudele, selettiva, darwiniana, e concede pochissimo spazio alla melensaggi­ne. Quello che i giovani ammirano in loro è la mancanza di fronzoli della vecchia scuola, che si traduce in un’assoluta naturalezz­a delle figure e del portamento. Oscar e Nina hanno raggiunto quel grado di perfezione oltre il quale la tecnica diventa qualcosa di indistingu­ibile dalla persona che la esercita. È il tempo che alla fine, con un trucco da prestigiat­ore, li ha trasformat­i in meraviglio­si bambini prodigio. Nessun commento si addice a loro meglio dei versi immortali di Jorge Luis Borges, che in una celebre poesia sul tango ci ricorda che gli esseri umani durano sempre «meno della leggera melodia».

Anche il grande scrittore amava un tango che nessuno sapeva più ballare, tanto da detestare (ingiustame­nte) anche Gardel, colpevole a suo parere di sentimenta­lismo. Ma non è una questione di scuole e di stili. È nella natura di una melodia struggente ricordarci un passato che è certamente «irreale», dice Borges, ma non per questo meno vero, come «un ricordo che non può essere distrutto». Di questo passato più autentico di ogni prosaica verità, Oscar e Nina sono gli ostaggi e i più credibili, luminosi testimoni.

L’ho vista passare e me ne sono innamorato L’ho invitata, e da quel giorno balliamo insieme Oscar Brusco

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Marina Chudoba e Oscar Brusco in un passaggio della gara ai Mondiali di tango, a Buenos Aires
 ?? (Foto Eitan Abramovich/ Afp) ?? Oscar Brusco, 90 anni, e Nina Chudoba, 82, ai Mondiali di Tango di Buenos Aires. I due, vedovi, si sono incontrati quindici anni fa, ma entrambi danzano da 6 o 7 decenni, da quando il tango era nell’età dell’oro e l’intera Argentina lo ballava:...
(Foto Eitan Abramovich/ Afp) Oscar Brusco, 90 anni, e Nina Chudoba, 82, ai Mondiali di Tango di Buenos Aires. I due, vedovi, si sono incontrati quindici anni fa, ma entrambi danzano da 6 o 7 decenni, da quando il tango era nell’età dell’oro e l’intera Argentina lo ballava:...
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