«Migranti, militari in campo»
Macron: soldati per le identificazioni in Africa, perfetta l’intesa Roma-Tripoli
Un accordo europeo con Niger e Ciad per controllare il flusso dei migranti. Il vertice di Parigi con i leader di Francia, Germania, Italia e Spagna ha approvato la linea di Roma sulla Libia, giudicata «perfetta» da Emmanuel Macron. E proprio il presidente francese ha promosso l’azione dei «militari in Africa per le procedure di identificazione già sul posto». Il premier italiano Paolo Gentiloni ha parlato di una «strategia finalmente chiara». «Sì all’accoglienza — ha detto — ma servono controlli».
PARIGI «Italia, Francia, Germania e Spagna hanno deciso di condurre delle missioni di protezione in Niger e in Ciad, in stretta collaborazione con i loro governi, in vista del trasferimento dei rifugiati», si legge nel documento finale del summit sui migranti organizzato ieri all’Eliseo. Al termine della riunione a otto (i leader dei quattro Paesi europei, quelli di Niger, Ciad e Libia più Federica Mogherini capo della diplomazia europea) il presidente Emmanuel Macron ha preso per primo la parola per spiegare che «abbiamo deciso di identificare in Niger e in Ciad le persone che hanno diritto all’asilo, cominciando la procedura in territorio africano. È un elemento importante perché evita di costringere donne e uomini a prendere dei rischi considerevoli nel deserto e poi nel Mediterraneo».
Macron aggiunge che «l’identificazione si farà in base alle liste chiuse dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (al cui vertice c’è l’italiano Filippo Grandi, ndr)». Sarà un’azione di «cooperazione in materia di sicurezza e giustizia e talvolta di presenza militare sul terreno, per prevenire altri problemi e l’aumento dei flussi verso la Libia». Secondo le norme attuali, chi vuole presentare domanda di asilo deve farlo nel primo Paese europeo in cui arriva. È quel che stabilisce il Trattato di Dublino, giudicato ormai superato da tutti i partecipanti (compresa l’Italia, che in qualità di primo Paese d’approdo gestisce un numero enorme di casi).
L’idea è di spostare in Africa la selezione di chi ha i titoli per entrare in Europa, nella speranza di rendere inutili i viaggi disperati verso le nostre coste. Macron la formulò già a fine luglio parlando di «hotspot», termine che ieri è stato rifiutato dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e anche dai leader africani. Si vuole evitare di creare giganteschi centri di raccolta in Africa, in Paesi che non sarebbero in grado di sostenere l’afflusso di centinaia di migliaia di migranti. La versione su cui si è trovato un accordo ieri sembra meno impegnativa, si tratta di esaminare sul posto le domande di persone già conosciute dall’agenzia Onu, «e fare opera di pedagogia», aggiunge Macron, cioè mostrare quali sono le nuove regole: netta distinzione tra migranti economici, che vanno riaccompagnati nei Paesi di origine, e rifugiati che hanno diritto a chiedere l’asilo nei Paesi di transito, Niger e Ciad, prima ancora di raggiungere la Libia e poi l’Italia.