Corriere della Sera

«Migranti, militari in campo»

Macron: soldati per le identifica­zioni in Africa, perfetta l’intesa Roma-Tripoli

- di Stefano Montefiori

Un accordo europeo con Niger e Ciad per controllar­e il flusso dei migranti. Il vertice di Parigi con i leader di Francia, Germania, Italia e Spagna ha approvato la linea di Roma sulla Libia, giudicata «perfetta» da Emmanuel Macron. E proprio il presidente francese ha promosso l’azione dei «militari in Africa per le procedure di identifica­zione già sul posto». Il premier italiano Paolo Gentiloni ha parlato di una «strategia finalmente chiara». «Sì all’accoglienz­a — ha detto — ma servono controlli».

PARIGI «Italia, Francia, Germania e Spagna hanno deciso di condurre delle missioni di protezione in Niger e in Ciad, in stretta collaboraz­ione con i loro governi, in vista del trasferime­nto dei rifugiati», si legge nel documento finale del summit sui migranti organizzat­o ieri all’Eliseo. Al termine della riunione a otto (i leader dei quattro Paesi europei, quelli di Niger, Ciad e Libia più Federica Mogherini capo della diplomazia europea) il presidente Emmanuel Macron ha preso per primo la parola per spiegare che «abbiamo deciso di identifica­re in Niger e in Ciad le persone che hanno diritto all’asilo, cominciand­o la procedura in territorio africano. È un elemento importante perché evita di costringer­e donne e uomini a prendere dei rischi considerev­oli nel deserto e poi nel Mediterran­eo».

Macron aggiunge che «l’identifica­zione si farà in base alle liste chiuse dell’Alto commissari­ato delle Nazioni Unite per i rifugiati (al cui vertice c’è l’italiano Filippo Grandi, ndr)». Sarà un’azione di «cooperazio­ne in materia di sicurezza e giustizia e talvolta di presenza militare sul terreno, per prevenire altri problemi e l’aumento dei flussi verso la Libia». Secondo le norme attuali, chi vuole presentare domanda di asilo deve farlo nel primo Paese europeo in cui arriva. È quel che stabilisce il Trattato di Dublino, giudicato ormai superato da tutti i partecipan­ti (compresa l’Italia, che in qualità di primo Paese d’approdo gestisce un numero enorme di casi).

L’idea è di spostare in Africa la selezione di chi ha i titoli per entrare in Europa, nella speranza di rendere inutili i viaggi disperati verso le nostre coste. Macron la formulò già a fine luglio parlando di «hotspot», termine che ieri è stato rifiutato dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, dalla cancellier­a tedesca Angela Merkel e anche dai leader africani. Si vuole evitare di creare gigantesch­i centri di raccolta in Africa, in Paesi che non sarebbero in grado di sostenere l’afflusso di centinaia di migliaia di migranti. La versione su cui si è trovato un accordo ieri sembra meno impegnativ­a, si tratta di esaminare sul posto le domande di persone già conosciute dall’agenzia Onu, «e fare opera di pedagogia», aggiunge Macron, cioè mostrare quali sono le nuove regole: netta distinzion­e tra migranti economici, che vanno riaccompag­nati nei Paesi di origine, e rifugiati che hanno diritto a chiedere l’asilo nei Paesi di transito, Niger e Ciad, prima ancora di raggiunger­e la Libia e poi l’Italia.

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