Corriere della Sera

Lorenzin: «Chiarite»

Siccità a Roma: acqua ridotta e nuove tensioni

- Conti, De Santis

Niente docce «notturne» e scarichi del bagno rimandati al mattino. È questo lo scenario a cui va incontro la città di Roma nella prima settimana di settembre. A causa dell’emergenza siccità, che a Roma e nel Lazio continua a farsi sentire, l’Acea — la società che gestisce il servizio idrico della città — ha deciso di avviare «un piano di riduzione controllat­a delle pressioni della rete idrica di Roma e Fiumicino». Ciò significa che l’acqua potrà mancare soprattutt­o ai piani alti e «nelle zone idraulicam­ente più sfavorite», tra la mezzanotte e le 5 della mattina. La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha chiesto «immediati chiariment­i» sul provvedime­nto e sull’«impatto sulle strutture sanitarie».

Alla fine una sorta di razionamen­to è arrivato. Solo di notte, ma i rubinetti dei romani rischiano di rimanere a secco. Dalla prima settimana di settembre, Acea — la società che gestisce il servizio idrico capitolino — avvia «un piano di riduzione controllat­a delle pressioni della rete idrica di Roma e Fiumicino». Tradotto: l’acqua potrà mancare soprattutt­o nei piani alti degli edifici, e «nelle zone idraulicam­ente più sfavorite», tra la mezzanotte e le 5 di mattina. Niente docce «notturne», dunque, e scarichi del water rimandati al mattino. L’emergenza siccità, a Roma e nel Lazio, continua a farsi sentire. Non piove da settimane — si registra il 70% in meno di precipitaz­ioni rispetto agli ultimi tre anni — e, sottolinea­no da Acea, le «fonti di approvvigi­onamento si stanno assottigli­ando». Il riferiment­o è agli acquedotti delle Capore e del Marcio che «hanno visto abbassarsi sensibilme­nte il livello delle acque». C’è poi il nodo dei prelievi dal lago di Bracciano, riserva idrica della Capitale nei momenti di crisi: «La società — spiega Acea — non può prelevare più di 400 litri al secondo, a seguito dell’ultima ordinanza della Regione Lazio». E, infine, l’acquedotto del Peschiera dal quale «non si possono derivare più di 9.100 litri al secondo per i limiti di un’infrastrut­tura vecchia di 80 anni». Con il ritorno dalle vacanze estive, poi, l’aumento dei consumi in città sarà notevole: «Senza questi sforzi i disagi sarebbero stati più duri». Nonostante il monitoragg­io di «4.700 chilometri di rete, quasi il 90% del totale e 1.300 perdite già riparate», effettuate da Acea per far fronte a un’altra grave emergenza, quella della rete idrica «colabrodo».

Sul provvedime­nto vuole «immediati chiariment­i» il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in particolar­e chiede se Acea «abbia verificato l’impatto sulle strutture sanitarie per evitare che ciò comporti pregiudizi per la continuità dei servizi essenziali e se questa decisione sia stata concordata con la Regione Lazio». Per far fronte alle necessità degli ospedali, Acea conta di intervenir­e tramite «autobotti». Dopo il braccio di ferro durato settimane proprio tra Acea e Regione Lazio sullo stop alle captazioni dal lago Bracciano, la nuova misura non è stata comunicata all’amministra­zione guidata da Nicola Zingaretti. «Misura appresa dagli organi di stampa» dicono in Regione.

La Regione Il governator­e del Lazio Zingaretti non è stato informato di persona della decisione

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