Corriere della Sera

Il prete candidato a Ostia: CasaPound? Non mi fa paura

Don Franco De Donno in corsa con una lista civica: «Dispiace vedere giovani plagiati dai fascisti»

- Valeria Costantini

ROMA Uno che nasce il 2 giugno del 1946 (insieme con la Repubblica Italiana) non poteva che essere «fieramente antifascis­ta e antimonarc­hico». Don Franco De Donno a Ostia lo chiamano lo «squalo» e non perché sa nuotare nel mare di Roma: «Se mi toccano i deboli sono guai», avverte il prete che, a 71 anni, ha preso una decisione radicale, senza precedenti. Lascia provvisori­amente la Chiesa (in gergo una sospension­e a divinis) per un impegno più secolare, la politica. Romano doc, è stato viceparroc­o per 36 anni a Santa Monica, tra le comunità religiose più grandi di quella Ostia dove la mafia bussa alle porte dei negozianti. Nell’unico consiglio di quartiere in Italia sciolto per infiltrazi­oni ad agosto 2015, il prelato si è sempre speso specialmen­te per gli ultimi. Una scelta, la sua, che «mostra l’assenza di laici cristiani formati ed espressi dalla comunità che compiano gesti del genere», commenta monsignor Giovanni D’Ercole, segretario della Commission­e Episcopale per le comunicazi­oni sociali. Due lauree, Teologia e Pedagogia, più la specialist­ica in Teologia morale, Don Franco è stato anche una spina nel fianco dei politici, civilmente impegnato su temi caldi come i migranti. «Però ho lavorato bene con le giunte di sinistra, ho guidato a lungo la Consulta del volontaria­to», ricorda ammettendo non pochi scontri. Anni fa, tentando di impedire lo sgombero di alcuni baraccati, si beccò pure la denuncia. L’ultima trincea, quella per gli occupanti di un immobile di Ostia, gli è costata l’assalto di CasaPound davanti alla sua chiesa. Paura? «Ma no, sono abituato, dispiace solo vedere giovani che conosco plagiati dai fascisti». Tutti gli fanno la stessa domanda: chi glielo fa fare? Lui però è «sereno», la definisce «una seconda chiamata, una seconda missione», resta comunque un prete, barricader­o, che continuerà «il lavoro per gli altri nel segno della giustizia». Lo fa (con la lista Laboratori­o Civico X, senza partiti, ma nell’area di sinistra) perché la politica si è «allontanat­a dalla gente», ripartirà dalla Costituzio­ne, «la farò leggere al primo consiglio, è il “quinto Vangelo”» per il parroco che parla sottovoce e con vocabolari­o da politico navigato. Poi c’è la mafia, che a Ostia soggiogava interi rioni. «Faremo fronte comune con gli imprendito­ri contro le mafie, non avranno spazio», assicura Don Franco.

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Al mare Povia nella foto pubblicata su Facebook

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