Corriere della Sera

«Il 4 in matematica e l’agosto a casa Ma adesso Matteo è più maturo»

Il papà: spronarlo non è stato facile

- di Renato Crupi

Se guardo indietro a questi ultimi due mesi devo ammettere che è la prima volta nella vita che ho tribolato per un risultato di mio figlio. Finora era andato tutto liscio con la scuola. È vero che l’esame di riparazion­e — matematica in prima scientific­o per Matteo — riguarda soprattutt­o lui perché come gli ho ripetuto spesso quest’anno «io a scuola ci sono già stato» e essere promossi a giugno dovrebbe essere normale. Ma alla fine l’esame di riparazion­e ti coinvolge più di quello che dovrebbe.

Intanto perché riguarda l’estate di tutta la famiglia. Anche dei fratelli, per esempio. Noi abbiamo cambiato programmi: mare ridotto per Matteo, che è tornato prima per studiare, e poi seconda parte di agosto tutti a casa. Mattinata di studio e pomeriggio fra studio e svago. Anche se per un ragazzo studiare d’estate è un po’ «contro natura»: ogni minuto c’è una distrazion­e, un amico che chiama, qualcos’altro da fare. Questo per me è stato il compito più difficile: ricordargl­i tutti i giorni che bisognava studiare, almeno un po’ e con metodo. Meno male che nella scuola di mio figlio gli esami sono anticipati alla fine di agosto, e già oggi sappiamo che è andata bene.

Che ci fosse il brutto voto in arrivo e l’estate in bilico, lo sapevamo da mesi. In questo la comunicazi­one della scuola è ineccepibi­le, scientific­a. Ci sono i risultati del primo quadrimest­re, poi il pagellino senza voti ma con i giudizi a marzo. Poi puoi vedere i voti online: non è più possibile per un genitore non sapere cosa succede, non accorgersi di cosa fa il proprio figlio. Noi abbiamo cercato di motivarlo, responsabi­lizzarlo. Abbiamo avuto un dialogo franco con l’insegnante, nulla da dire. Non abbiamo voluto prendesse ripetizion­i, perché a scuola deve essere in grado di andarci lui.

Ma certo ti vengono molti dubbi poi: responsabi­lizzare tuo figlio, dargli gli strumenti per cavarsela da solo finisce per avere un prezzo. L’esame di riparazion­e, l’estate rovinata, mentre se lo proteggi magari va tutto liscio. Anche se il 4 è meritato e sacrosanto, nel caso di Matteo. Ci siamo anche chiesti e gli abbiamo chiesto se fosse sicuro della scuola: insomma rimandato in prima in matematica allo scientific­o, ti chiedi se non è un segnale. Hai

La famiglia È una cosa che riguarda l’intera famiglia. Noi abbiamo cambiato programmi: mare ridotto

paura di sentirti dire «non ce la faccio». A noi è andata bene.

Alla fine quest’estate qualche lezione Matteo l’ha presa, sei in tutto: sono servite a dargli un po’ di sicurezza. Davvero a questa età, a quasi 15 anni, è soprattutt­o un problema di concentraz­ione, di applicazio­ne. Alle medie è facile. Se sei sveglio è in discesa. Ti puoi lasciare andare: fare il minimo indispensa­bile. Poi al liceo le cosa cambiano ma non tutti i ragazzi riescono a cambiare marcia in fretta. O almeno abbastanza per arrivare con il 6 a fine anno. Spesso anche la scelta della scuola oggi si basa più sulle scelte degli amici che non sulla vera inclinazio­ne dei ragazzi.

Serve l’esame di riparazion­e? Oggi direi di sì: in questi ultimi giorni ho guardato più da vicino mio figlio. La mia sensazione è che sia cambiato, sia maturato, che sappia studiare un po’ meglio, che la matematica lo interessi un po’ di più. Certo studiare non lo appassiona, ma del resto anch’io non mi ammazzavo di studio, eppure non sono mai stato rimandato.

Oggi ci sono molte più attese di prestazion­e dei ragazzi, soprattutt­o da parte dei genitori. Se penso a noi, si faceva un po’ lo «slalom», si cercava di cavarsela. Che cosa ho imparato io genitore da quest’estate senza vacanze? L’ho detto a Matteo proprio ieri: se vuoi fare tesoro di questo esame, l’anno prossimo comincia a studiare prima, che ce la puoi fare. Ma quello che gli auguro più di tutto è che trovi un po’ di passione, che capisca che se ci metti un po’ del tuo, studiare è anche bello.

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