«Sulle spiagge tanti furti ma tutto viene archiviato Così indagare è difficile»
Procuratore Paolo Giovagnoli, da giorni indagate su uno stupro brutale. Altri ne erano stati commessi in passato. Che cosa sta succedendo a Rimini?
«Non vedo un allarme sociale di questo tipo. Mi sembra che tre episodi in due anni non possano essere considerati indicatori di un fenomeno particolarmente significativo. Si tratta di fatti isolati, che vanno naturalmente indagati e condannati».
I numeri delle rapine vicino al mare, però, sono eccezionali: dieci in quattro mesi, oltre a 140 arresti da giugno per spaccio. Lo dicono gli stessi investigatori: i predoni delle spiagge esistono e sono pericolosi.
«Stiamo parlando di un altro reato e in effetti qui il problema c’è. Ma si tratta soprattutto di ladri isolati, non di bande organizzate, che agiscono nell’oscurità di zone come quella di Miramare. L’obiettivo sono le coppiette che si appartano o i turisti che vogliono fare il bagno notturno. Il bottino in genere è esiguo: telefonini, portafogli, pochi spiccioli. Certo, può succedere che qualcuno reagisca, che ci scappi la rissa, che il furto si trasformi in rapina e tutto degeneri».
Come contrastare questi crimini?
«Non è semplice e le norme non ci aiutano. Nel senso che è stata introdotta l’archiviazione per i furti di particolare tenuità e quindi in casi come quelli di cui stavamo parlando non si può procedere. In quelli più gravi, chiaramente, sì».
La spiaggia di notte è diventata pericolosa, non crede?
«Il problema nasce dal fatto che è difficile controllare l’intero litorale. I lidi sono aperti e le persone ci vanno. Anch’io lo facevo quando ero giovane e mi piaceva fare il bagno di mezzanotte. È uno dei piaceri del mare».
Consiglia di rinunciare?
«Bisogna fare i conti con il mondo che cambia. Ai miei tempi non si correvano questi pericoli».
Si parla di stranieri violenti, soprattutto gruppi di nordafricani…
«Sì, anche se bisogna sempre fare dei distinguo. Ricordo poi che le aggressioni alle coppiette indifese che cercano momenti di intimità sono sempre esistite e non solo da parte dei cittadini stranieri».
Ci sarebbe un divieto d’ingresso al mare dopo l’una di notte, come la vede?
«Non mi sembra una soluzione. Piuttosto punterei sull’illuminazione delle spiagge. Potrebbe essere un deterrente. Ma c’è sempre un rovescio della medaglia».
Quale?
«Viene meno un certo romanticismo».
Lidi illuminati «Illuminare le spiagge potrebbe essere un deterrente, anche se è meno romantico» Mi piaceva il bagno di notte, è uno dei piaceri del mare: ma prima era sicuro