Corriere della Sera

«A Ischia case prive di presidi antisismic­i»

- Danilo Taino

La maggior parte delle abitazioni che ha subito i danni più gravi a Ischia, in seguito al terremoto, erano di buona fattura, in mattoni, pietra o tufo ma prive di protezioni antisismic­he. È quanto emerge dal rilievo macrosismi­co condotto dal 23 agosto dalle squadre del gruppo operativo Quest (Quick Earthquake Survey Team) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolog­ia, insieme con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibil­e (Enea). Nella parte collinare di Casamiccio­la le case sono state costruite sulle creste di piccole vallette o terrazzi, spiega l’Ingv. «Qui il danno si presenta localmente molto grave». Sebbene la maggioranz­a delle abitazioni fosse di tipo B, cioè edifici di buona fattura in mattoni o blocchetti di tufo o pietra squadrata, «non erano presenti tiranti e catene o altri elementi vincolanti». Si tratta di presidi antisismic­i semplici e la loro assenza può essere uno dei motivi, anche se non l’unico, dei danni subiti dalle abitazioni. L’inchiesta, però, va avanti, affidata a una commission­e apposita della polizia. Nel 2014, la Procura è in grado di formalizza­re nuove accuse sulla base di sospetti che riguardano più di 200 casi. Nel gennaio 2015, Högel confessa la serialità dei suoi atti, ammette in tribunale di avere compiuto circa novanta iniezioni. Probabilme­nte, in conseguenz­a di queste almeno una trentina di persone persero la vita: in sei casi, però, vengono prodotte prove della volontarie­tà degli omicidi e l’uomo viene condannato all’ergastolo. L’anno dopo, gli investigat­ori annunciano che l’infermiere avrebbe ucciso altre 33 persone e ieri hanno fatto sapere che, oltre ai sei per cui è già stato condannato, Högel avrebbe ucciso altri 84 pazienti: forse di più, ma alcune salme sono state cremate e su di esse non possono essere effettuate analisi.

Una decina di anni fa, un caso del genere scosse la Germania: un infermiere uccideva i pazienti; per ragioni umanitarie, disse. Fu condannato all’ergastolo per 28 omicidi. Nella follia di Högel e nel disinteres­se che l’ha accompagna­ta c’è però qualcosa di più. Che «va al di là di ogni immaginazi­one», ha commentato il capo del dipartimen­to di polizia di Oldenburg, Johann Kühme.

@danilotain­o

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