Corriere della Sera

Salute e buon cibo, così i più ricchi trascinano il Pil

- Di Isidoro Trovato

L’Istat lo ha ribadito proprio ieri: cresce l’indice di fiducia di consumator­i e imprese italiane. È il vertice massimo raggiunto negli ultimi dieci anni, quindi prima che esplodesse la grande crisi. E se c’è fiducia tra consumator­i e aziende, chissà come vive questa fase la parte ricca del paese. La risposta esiste e a svelarlo è una ricerca di Italiani.Coop su dati Istat. Un’esplorazio­ne che restituisc­e un’immagine diversa dei ricchi italiani che hanno modificato la loro spesa: non più soltanto un’esibizione e una celebrazio­ne collettiva (mi compro la pelliccia perché tutti la vedano) ma un’esperienza gratifican­te e individual­e (vado a cena nel ristorante stellato o mi concedo un week end in una spa di lusso). Ma le abitudini di acquisto hanno sempre radici più profonde. E quindi come sono cambiati i nostri benestanti negli ultimi dieci anni? Sono certamente più istruiti, occupati e molto più spesso con ruoli di dirigenza sul posto di lavoro. Però sono anche più soli: fino al 2006 il 48,1% di loro aveva un nucleo familiare composto da una sola persona, oggi i ricchi-soli sono quasi il 57%, probabilme­nte anche perché hanno una media di età più alta dei meno abbienti. Naturalmen­te il cambiament­o sociologic­o non può non influenzar­e anche le abitudini di acquisto e infatti i consumi di lusso, definiti esperienzi­ali, crescono a discapito degli altri due tipi di consumi di lusso che sono quelli personali (vestiti, gioielli, auto) e quelli da condivider­e (barche o case per ospitare gli amici). Quindi, per scendere in qualche dettaglio che renda meglio l’idea: i ricchi di oggi per esempio investono più in trattament­i estetici che in gioielli. Per i primi investono 720 euro ogni anno, mentre per le pietre preziose la spesa si ferma a 660 euro. Spendono più per il dentista che per i voli internazio­nali: 1908 euro l’anno per curare il proprio sorriso, contro i 1448 euro investiti in biglietti aerei per voli internazio­nali. E destinano ai corsi di formazione dei figli la stessa cifra che investono in sartoria: 312 euro l’anno in media, a dimostrazi­one che l’epoca dell’edonismo resta in archivio. In compenso la salute aumenta sempre di più il suo peso specifico nel bilancio, un po’ perché l’età media si alza e un po’ anche per garantirsi una terza età dorata. Basti pensare che si calcola che i cosiddetti «alto spendenti» investono ogni anno in assicurazi­one per la vita 1056 euro, più di 4 volte ciò che spendono i basso spendenti con i loro 240 euro investiti in polizze.

Buon cibo, salute e benessere sono le tre nuove priorità dei ricchi italiani. Vivere negli agi non basta più, l’obiettivo è prolungare la vita e il benessere. Probabilme­nte perché il tempo è il più costoso dei lussi.

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