Raggi chiede caserme per gli alloggi Ma ne ha già sei a disposizione
Dal 2014 assegnati al Comune alcuni edifici della Difesa. Ma non sono utilizzati
L’intesa
Era stato il sindaco Ignazio Marino, il 7 agosto 2014, a firmare il protocollo d’intesa con il ministro Roberta Pinotti «per la razionalizzazione e la valorizzazione di immobili militari presenti nel territorio comunale». L’accordo riguardava sei caserme: la «Ulivelli» in via Trionfale, la «Ruffo» in via Tiburtina, la «Donato» in via del Trullo, lo Stabilimento trasmissioni di viale Angelico, la Direzione magazzini commissariato in via del Porto Fluviale, il Forte Boccea e l’area libera adiacente in via di Boccea. Tre venivano subito consegnate all’amministrazione comunale proprio per poterne subito usufruire. Nel documento, firmato da entrambe le parti e anche dall’agenzia del Demanio, veniva specificato che il Comune era libero di «orientare gli interventi di rigenerazione urbana degli immobili in questione, sia mediante l’attribuzione di nuove destinazioni d’uso private e pubbliche sia attraverso l’impiego degli oneri, ordinari e straordinari, derivanti dalla valorizzazione immobiliare».
La proposta
Più volte nel corso degli anni si è ipotizzato di effettuare i lavori di ristrutturazione anche perché ciò avrebbe fatto salire il valore complessivo a oltre due miliardi e mezzo di euro. Non a caso nel dicembre scorso l’allora assessore all’Urbanistica Berdini aveva proposto a Raggi di utilizzare la gli edifici del ministero della Difesa che sono a disposizione del Campidoglio sin dal 2014: si tratta di stabili ubicati sia in centro sia in periferia «Ruffo» e la «Donato» proprio per fare fronte alle emergenze legate alla casa. Lui riteneva che all’interno dei due stabili si potessero ricavare dei piccoli appartamenti da destinare a chi era in attesa di un alloggio popolare. Un’ipotesi che evidentemente la sindaca non ha ritenuto di prendere in considerazione, anche tenendo conto che dopo poco Berdini è stato costretto a lasciare la giunta dopo la pubblicazione dell’intervista sul quotidiano la Stampa durante la quale si lasciava andare a giudizi tutt’altro che teneri su Raggi e i suoi fedelissimi.
La richiesta
Due giorni fa è stata però proprio la sindaca a chiedere a Minniti la possibilità di utilizzare le caserme e appena uscita dal Viminale lo ha ripetuto davanti alle telecamere. In realtà non aveva bisogno di alcun permesso. Avrebbe potuto farlo di propria iniziativa appena arrivata in Campidoglio, senza bisogno di rivolgersi al governo. E soprattutto evitando che si creasse una situazione grave come quella di via Curtatone. Esattamente quello che è già stato fatto in altre città come Firenze, Torino, Milano e Siracusa dove analoghi accordi hanno consentito ai sindaci di gestire i palazzi dei militari.