Amazon, l’ecommerce e le imposte sul consumo
Amazon ha usato fino al 2015 un sistema di elusione che ruotava intorno alla sede fiscale in Lussemburgo, abbandonata da due anni. Per questo tutti i dossier aperti sulla società di Jeff Bezos, anche quelli italiani, si fermano al 2014. Si tratta di cifre inferiori in quanto l’ecommerce ha margini di guadagno ridotti rispetto al valore della merce che vende. Altro tema, l’imposta sul valore aggiunto che in passato ha permesso alla società di avere un vantaggio competitivo su un ampio spettro di merci. Su questo fronte però l’Unione Europea ha già corretto il tiro introducendo l’obbligo di pagare le imposte sul consumo dove il bene viene acquistato e non dove viene spedito (se un bene o servizio viene richiesto da un utente in territorio italiano allora la tassa deve essere pagata in Italia). Il nuovo indirizzo europeo è quello delle stabili organizzazioni nei vari Paesi, definizione che le società hanno sempre negato in passato sostenendo che i country manager non avessero in realtà poteri di decidere e firmare i contratti.