Mattarella: non possiamo rassegnarci alle morti sul lavoro
L’appello del capo dello Stato dopo gli ultimi due episodi. Rispetto all’anno scorso 29 vittime in più
Sulle morti bianche interviene anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Il nostro Paese non può rassegnarsi a subire morti sul lavoro — ha detto ieri il capo dello Stato —. È indispensabile che le norme sulla sicurezza nel lavoro vengano rispettate con scrupolo e i controlli devono essere attenti e rigorosi». Nei giorni scorsi due tragedie: un operaio di 34 anni travolto e schiacciato da sacchi contenenti plastica, dentro un capannone a Mornico al Serio, Bergamo; e due lavoratori, 54 e 61 anni, caduti da una gru alta oltre 10 metri mentre installavano luminarie a Lucca. Tutte vittime sul lavoro, nuovi drammi che hanno riacceso le polemiche.
Pippo Civati, parlamentare e segretario di Possibile, ha sottolineato che «dall’inizio dell’anno sono quasi seicento le persone che hanno perso la vita per incidenti sui posti di lavoro». I fatti di Bergamo e Lucca sono «episodi drammatici» che devono spingerci a farci domande «sulle condizioni di sicurezza precarie in cui lavorano tante persone nel nostro Paese», ha aggiunto il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, secondo cui «quella delle morti bianche è una delle pagine più tristi della nostra democrazia».
«Non si tratta di fatalità, è il risultato di leggi criminali che portano a lavorare a termine, sotto ricatto e senza formazione», dice Giovanni Paglia di Sinistra Italiana. «La sicurezza — ha scritto su Twitter il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan — è una questione nazionale di civiltà. Non abbasseremo la guardia».
I dati Inail confermano l’allarme. Nei primi sette mesi di quest’anno sono aumentati gli incidenti e i morti sul lavoro. Siamo a 591 decessi, 29 in più rispetto ai 562 dello stesso periodo dello scorso anno. Troppo, in percentuale (5,2) in soli 12 mesi. A morire o a subire infortuni sul lavoro sono soprattutto lavoratori maschi del settore dell’Industria e servizi mentre si registra una leggera diminuzione di morti bianche e di incidenti in altri comparti, per esempio Agricoltura.
L’aumento maggiore dei casi mortali è avvenuto nel NordOvest (15 morti in più in Lombardia, 10 in Liguria, 8 in Piemonte). Il Centro registra invece una diminuzione di decessi: meno 12 tra Marche, Toscana, Lazio e Umbria. Va meglio anche nel Nord-Est, soprattutto in Veneto, dove ci sono state dieci denunce in meno di morti sul lavoro. Nel Sud continentale i casi mortali sono diminuiti di due unità ma in Abruzzo sono morti 15 lavoratori in più. Stesso numero anche in Sicilia.
I casi Nei giorni scorsi un operaio è morto vicino a Bergamo, altri due sono deceduti a Lucca