Corriere della Sera

«Marilù a New York e le note di Caruso»

- Paolo Greco

Èil 14 agosto 2015, ore 21, su Rai 1. Roberto Vecchioni introduce le opere di Lucio Dalla. E proprio al termine dello spettacolo, mandano in onda il suo capolavoro, Caruso. Un acrobatico salto mi proietta all’aeroporto Kennedy di NY, in attesa di partire per l’Italia. Mia figlia Marilù è ferma: mi guarda, saluta con la mano debolmente. Ma cosa ho fatto?! Abbandonar­e la mia figliola in questa folle metropoli. Ha solo 18 anni... una bambina. Devo essere diventato matto. Guardo meglio, lei immobile. Dovrà rimanere per un anno da sola nella City. Mi avvicino, le faccio una carezza. Da immaginare le sette ore di volo da NY a Malpensa. Poi all’improvviso, in aereo ascolto la canzone Caruso. Altro salto acrobatico che mi riporta a casa, alla trasmissio­ne su Dalla. La musica mi fa pensare ancora all’immagine di Marilù che mi saluta con la mano. Mi fiondo in cameretta, al buio. Caruso mi perseguita da lontano anche a porta chiusa. Sto bene lì a macinare la mia dolce malinconia. Penso alla mia figliola, ora adulta, ma per me è sempre la mia «piccola». Una lacrima scappa dall’occhio rigandomi il viso. La voce di Dalla tende a spegnersi. Applausi, poi cala un dolce silenzio raccolto. Ogni domenica pubblichia­mo il racconto breve — reale o di fantasia — scritto da un lettore

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