La Cgia di Mestre: ogni italiano paga 8 mila euro di tasse all’anno
C’è quella sulla casa e c’è quella sull’auto. C’è quella sugli alcolici e quella scolastica. C’è anche quella sui sacchetti di plastica e quella sulle emissioni sonore. E poi, certo, l’Irpef, l’Iva, l’Irap e l’Ires. Ogni italiano paga in media ottomila euro di tasse l’anno. Che diventano 12 mila se si includono anche i contributi previdenziali. Addizionali, accise, imposte, sovraimposte e ritenute: l’ufficio studi della Cgia di Mestre le ha messe tutte e cento in fila, descrivendo così un sistema tributario che, pur estremamente frammentato, nel 2015 (ultimo dato disponibile) ha generato un gettito di 493,5 miliardi di euro.
Frammentato ma al contempo concentrato, visto che l’85,3% di quest’ultimo si condensa in appena dieci voci. E, di queste, sono Irpef e Iva a fare la parte del leone: 166,3 miliardi (il 33,7%) per l’Imposta sul reddito delle persone fisiche e 101,2 miliardi (il 20,5%) per l’Imposta sul valore aggiunto. Sulle aziende, invece, i tributi che pesano di più sono l’Ires, cioè l’Imposta sul reddito delle società (31,9 miliardi di euro), e l’Irap, l’Imposta regionale sulle attività produttive (28,1 miliardi). L’associazione degli artigiani di Mestre sottolinea inoltre come negli ultimi vent’anni le entrate tributarie nelle casse dell’Erario siano aumentate dell’80%, rispetto a una crescita dell’inflazione del 43%. Col risultato che la pressione tributaria ha raggiunto il 29,6% — superiore di ben sei punti rispetto a quella tedesca (23,6%) — affermandosi così come la quinta più elevata dell’area euro dopo Danimarca, Svezia, Finlandia e Belgio. Per il segretario della Cgia Renato Mason «lo sforzo del governo per ridurre la pressione tributaria è apprezzabile, ma dovrà procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dei servizi erogati».