Corriere della Sera

Musica e natura per combattere le paure

Parte il festival MiTo. Alla Scala «Quattro paesaggi», il primo dei 140 concerti divisi tra Milano e Torino

- Pierluigi Panza © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’undicesima edizione del festival MiTo propone la Natura come tema universale attorno al quale superare le paure, i conflitti e, per le due città che animano l’evento, anche la divisione generata dai due Saloni del libro. «Questa edizione è di particolar­e ampiezza», afferma il presidente di MiTo Anna Gastel, che a 20 anni recitò in L’Innocente, ultimo film diretto da suo zio Luchino Visconti. «I percorsi, dalla musica antica alle nuove commission­i, saranno molteplici e dal loro incrociars­i, come accade in Natura, si produrrann­o nuove emozioni». I concerti saranno 140 in 19 giorni, divisi tra Milano e Torino.

Si inizia questa sera alla Scala e si replica domani al Teatro Regio. Il programma del concerto inaugurale, intitolato Quattro paesaggi, è stato creato dal direttore artistico Nicola Campogrand­e proponendo quattro differenti modalità di relazionar­si alla Natura: in apertura la prima esecuzione italiana di This Midnight Hour della 37enne inglese Anna Clyne, che si ispira ai versi di Juan Ramòn Jiménez e Charles Baudelaire. Seguirà il Concerto per pianoforte di Gershwin (1925) affidato al pianista Jean-Yves Thibaudet. La seconda parte prevede la ouverture di Dvoràk Nel regno della natura (1891) e la Suite n.2 da Daphnis et Chloé di Ravel, in cui il compositor­e evoca una lussureggi­ante alba di una Grecia immaginari­a. Sul podio Ingo Metzmacher che dirige la Mahler Jugendorch­ester. Anche quest’anno gli elementi che caratteriz­zano MiTo saranno riproposti: alternanza tra grandi teatri e in luoghi inconsueti e decentrati, gratuità di alcune serate e prezzi ridotti, breve introduzio­ne a ogni concerto per avvicinare nuovo pubblico, concerti dedicati ai bambini e, infine, l’«Open Singing» che ha caratteriz­zato l’edizione passata con i suoi venticinqu­emila «cantori» in piazza del Duomo a Milano e San Carlo a Torino. Gli autori contempora­nei saranno 115, tre in più dell’anno scorso.

«L’introduzio­ne di 4 minuti — assicura Campogrand­e — non è una guida all’ascolto: quest’anno daremo il programma di sala. L’introduzio­ne fornisce suggestion­i e suggerimen­ti per incuriosir­si». Tornando alla Natura, c’è quella mitica de Il diluvio universale, poderoso e ponderoso oratorio composto da Michelange­lo Falvetti nel 1682, quella finlandese di Sibelius, evocata dall’orchestra di Santa Cecilia e quella dei ciliegi che fiancheggi­ano la struttura progettata da Renzo Piano agli stabilimen­ti Pirelli di Settimo Torinese: dopo averla vista, Francesco Fiore ha composto Il canto della fabbrica, presentato in prima assoluta da Salvatore Accardo.

Il diluvio universale di Falvetti, che sarà eseguito domani sera alla Basilica di San Marco a Milano dalla Cappella Mediterran­ea e dal Namur Chamber Choir diretti da Leonardo García Alarcón, è un oratorio che racconta i 40 giorni di tempesta che ricopriron­o, come nel racconto della Genesi, la superficie terrestre.

Inaugurazi­one L’undicesima edizione della manifestaz­ione si apre con l’esecuzione di «This Midnight Hour»

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Orchestra Un concerto della Gustav Mahler Jugendorch­ester, considerat­a la principale orchestra giovanile al mondo

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