Corriere della Sera

Ci siamo sopravvalu­tati, bravi solo quando giochiamo fra noi

- di Mario Sconcerti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Siamo stati dominati e sbagliati, con il dubbio costante di giocare a un tavolo che non possiamo permetterc­i. È adesso quasi incredibil­e pensare che siamo arrivati alla partita con uno schema più che offensivo, chiarament­e insopporta­bile, ma è giusto dire che alla vigilia eravamo tutti d’accordo con Ventura. Il quale ha commesso lo stesso errore che facciamo tutti da anni: ha sopravvalu­tato l’Italia. È un errore doppiament­e comune contro gli spagnoli, lo ha fatto anche Allegri a Cardiff, contro lo stesso fuoriclass­e, Isco, lo stesso uomo in più, infermabil­e, anche Allegri giocò con due soli centrocamp­isti contro un rombo di registi tra i più forti al mondo. Ma pensavamo (e pensava Ventura) che fosse giusto giocare con gli italiani migliori, costringer­e la Spagna a preoccupar­si. Non è andata così, non è possibile. Siamo a un livello più basso, lo erano i vecchi di Prandelli, lo sono rimasti anche i giovani di Ventura. Non è un caso se agli ultimi due Mondiali siamo arrivati ultimi. Siamo soli e autorefere­nti, un altro calcio turco. Siamo bravi quando ci confrontia­mo fra noi, quando ci abituiamo a un Dio minore. La Spagna non ha fatto una partita eccezional­e, ha tirato quattro volte in porta, ha solo tenuto sempre il pallone in modo velocissim­o. Per far questo serve predisposi­zione, abitudine a una tecnica superiore. Non è roba per noi. Noi siamo bravi a scrivere di noi, a parlarne, non più a giocare. Hanno difficoltà anche i giovani perduti in mezzo a piccoli maestri. Con l’assuefazio­ne di Bonucci, l’età di Barzagli e la resistenza eccessiva di Buffon siamo ormai anche senza la grande vecchia guardia abituale. È un momento che non abbiamo mai vissuto. La cosa peggiore è stata la normalità di Insigne, il migliore di noi abitualmen­te, contro grandi avversari uno come chiunque, mai in partita. Siamo in mezzo a un errore impossibil­e da trovare perché è dovunque, non siamo fuori mentalità, in mano a ideologie sbagliate. Stiamo giocando peggio a calcio, è un puro problema tecnico. Lo stesso che non vediamo la domenica quando ci sembra tutto bello. Abbiamo cambiato metro di giudizio, cioè ci siamo involuti realmente. Andremo comunque al Mondiale, vinceremo uno straccio di spareggio, ma non è più l’Italia ormai da 7 anni, non muore e non cresce nessuno, siamo un calcio in piena siccità che costa come una pioggia tropicale. Non uno esce promosso stavolta, ma non c’è nemmeno nessuno che abbia promesso qualcosa. Non è una vergogna,non è uno scandalo, è peggio. Questo è deserto.

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