Corriere della Sera

Belinelli e la difesa lanciano gli azzurri Ottavi più vicini, oggi sfida alla Lituania

- Flavio Vanetti

DAL NOSTRO INVIATO

Davanti a Gregg Popovich in visita cultural-turistica all’Eurobasket, essendo rispettiva­mente il suo vice e un ex giocatore degli ultimi San Antonio Spurs campioni della Nba, Ettore Messina e Marco Belinelli presentano un’Italia che si illumina con i canestri del tiratore principe (per Beli, in 20’, 21 di 26 punti) ma che spiega anche la filosofia di lavoro del coach. In sintesi: difesa, pazienza, movimento della palla per creare tiri aperti. L’Ucraina delle guglie che giocano a due con i registi per ricevere «lob» da trasformar­e in schiacciat­e (il giochino dei vari Pustovyi, Kravtsov e Zaytsev, che sommano 6 metri e 39 centimetri di altezza), si arrende nel momento in cui pareva capace di riaprire una partita già decisa. Il 62-48 del 31’ diventa 62-58 in due minuti. Brividi e cattivi pensieri, ma non nella testa di Datome, Filloy e Belinelli, punta dell’iceberg di un parziale da 13-0 (75-58 e tutti a casa) costruito anche dallo sforzo del gruppo.

La parte precedente di una storia che avvicina l’Italia ai playoff — «È la vera bella notizia» dice Messina — si dipana attraverso il Marco Belinelli’s show dei due tempi iniziali. Aveva infatti ingranato meglio l’Ucraina, mentre l’Italia sbuffava di rincorsa (14-19). L’incipit sofferto è stato il punto nero assieme alla serata no di Melli, al Biligha subito imbavaglia­to e alla mano quadra dalla lunetta (11/21). Ecco, in uno scenario complicato, Belinelli ha trovato le sequenze auree (Afp) «per essere quel faro offensivo — parole di Daniel Hackett — che noi ci aspettiamo che sia».

La terza frazione è stata dominata, la quarta ripresa in mano in tempo. A essere pignoli, c’è una forbice tra il quintetto «top» (che riagguanta pure i parziali negativi) e quelli alternativ­i, detto però che la panchina ieri ha prodotto 31 punti. «Ma questi siamo e io mi aspetto alti e bassi» riprende Messina. Lo si può ammortizza­re se nel bonus/malus emerge sempre qualcuno che aiuta: ieri, nella ripresa, è spuntato Baldi Rossi. Morale: forse Messina ha rischiato di più quando ha visto Popovich accomodato tra la folla («Ho temuto mi licenziass­e: il biglietto, via Fiba, l’aveva avuto da noi»). L’Italia ha battuto la squadra che nel 2013 le negava il Mondiale e oggi va alla sfida con la Lituania. Non la battiamo dalla semifinale dei Giochi 2004 e i suoi omaccioni sono perfino più tosti. Come fare? Al c.t. scappa una battuta («Proveremo a innaffiare i piedi dei nostri lunghi»), ma poi ripiega su un dato di fatto: «Arriviamo alla partita con 4 punti in classifica». È una dolce sensazione.

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Cecchino Marco Belinelli, 26 punti

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