Corriere della Sera

I piloti bradipi e l’inno alla lentezza

- Di Giorgio Terruzzi

Un inno alla lentezza nel tempio della velocità. Il record più eclatante tra Lesmo e la Parabolica l’hanno stabilito i tempi morti lungo un pomeriggio che ha richiesto più di tre ore e mezza per completare la qualifica, con interruzio­ne — causa diluvio universale — durata 2 ore e 40 minuti. Il tutto dentro un panorama brianzolo tipicament­e autunnale. I piloti, entravano e uscivano come bradipi sconsolati dalle vetture. Poi, stremati dall’attesa, si sono dati a passatempi praticati da gente di norma assai meno scattante. Verstappen, con una telecamera tra le mani al posto del volante, ha ricordato un cameraman imbranato; Ricciardo, con la solita ironia e una divertente incursione nel box Mercedes ha fornito immagini degne di un licenziame­nto in tronco decretato da qualunque regista di bocca buona. Un intermezzo assecondat­o con un misto di entusiasmo e pazienza da migliaia di appassiona­ti fradici e stoici, pronti a gioire non appena individuat­a una tuta rossa in movimento. Giancarlo Fisichella, ancora amatissimo, è stato accolto come una star a Venezia quando è emerso dal canale navigabile dei box; una ovazione ha salutato Seb Vettel quando ha deciso di beccare qualche goccia pur di consolare una tifoseria generosa e commovente. Il fatto è che un po’ tutti, a Monza, hanno accettato di rischiare il reumatismo in attesa di assorbire un rimedio che ogni fastidio cancella: una pole proprio di Vettel, alla peggio un piazzament­o da prima fila, in marcatura stretta di quel gasato di Ginetto Hamilton. Macché. Lente anche loro, le Ferrari, come frenate proprio sulle rette, improvvist­amente intrappola­te da un qualche maleficio misterioso. Per non parlare dello spavento patito osservando i freni in fiamme di Kimi Raikkonen, cacciato in pista a raffreddar­e quell’arrosto non senza qualche rischio di collisione. Insomma, un calo universale. Del ritmo, delle medie orarie, del buonumore. Non si è fermata soltanto la pioggia. A parte Hamilton, mannaggia. Fa niente, la gara sarà tutta un’altra cosa, un altro giorno, senz’acqua, a sentire il meteo. Anche se proprio il meteo, sin qui, è sembrato in ritardo su tutto, più di tutti.

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