I piloti bradipi e l’inno alla lentezza
Un inno alla lentezza nel tempio della velocità. Il record più eclatante tra Lesmo e la Parabolica l’hanno stabilito i tempi morti lungo un pomeriggio che ha richiesto più di tre ore e mezza per completare la qualifica, con interruzione — causa diluvio universale — durata 2 ore e 40 minuti. Il tutto dentro un panorama brianzolo tipicamente autunnale. I piloti, entravano e uscivano come bradipi sconsolati dalle vetture. Poi, stremati dall’attesa, si sono dati a passatempi praticati da gente di norma assai meno scattante. Verstappen, con una telecamera tra le mani al posto del volante, ha ricordato un cameraman imbranato; Ricciardo, con la solita ironia e una divertente incursione nel box Mercedes ha fornito immagini degne di un licenziamento in tronco decretato da qualunque regista di bocca buona. Un intermezzo assecondato con un misto di entusiasmo e pazienza da migliaia di appassionati fradici e stoici, pronti a gioire non appena individuata una tuta rossa in movimento. Giancarlo Fisichella, ancora amatissimo, è stato accolto come una star a Venezia quando è emerso dal canale navigabile dei box; una ovazione ha salutato Seb Vettel quando ha deciso di beccare qualche goccia pur di consolare una tifoseria generosa e commovente. Il fatto è che un po’ tutti, a Monza, hanno accettato di rischiare il reumatismo in attesa di assorbire un rimedio che ogni fastidio cancella: una pole proprio di Vettel, alla peggio un piazzamento da prima fila, in marcatura stretta di quel gasato di Ginetto Hamilton. Macché. Lente anche loro, le Ferrari, come frenate proprio sulle rette, improvvistamente intrappolate da un qualche maleficio misterioso. Per non parlare dello spavento patito osservando i freni in fiamme di Kimi Raikkonen, cacciato in pista a raffreddare quell’arrosto non senza qualche rischio di collisione. Insomma, un calo universale. Del ritmo, delle medie orarie, del buonumore. Non si è fermata soltanto la pioggia. A parte Hamilton, mannaggia. Fa niente, la gara sarà tutta un’altra cosa, un altro giorno, senz’acqua, a sentire il meteo. Anche se proprio il meteo, sin qui, è sembrato in ritardo su tutto, più di tutti.