In arrivo molecole che prendono di mira i fattori di crescita
una malattia rara e spesso ha prognosi peggiore di molti tumori polmonari: è la fibrosi polmonare idiopatica. In Italia colpisce, secondo le stime, 15 mila persone e ogni anno si contano 4.500 nuovi casi. Spesso è misconosciuta e il 50 per cento dei pazienti, inizialmente, riceve una diagnosi sbagliata. La malattia provoca una cicatrizzazione progressiva dei tessuti del polmone che porta a una crescente difficoltà a respirare. Solo il 50 per cento dei malati sopravvive più di 2-5 anni dalla diagnosi. Le opzioni terapeutiche sono limitate , ma sono allo studio alcune nuove molecole. Due sono attualmente entrate nella pratica clinica. Una è il nintedanib (già disponibile in Italia) che prende di mira tre recettori di altrettanti fattori di crescita coinvolti nella genesi della malattia, rallentandone la progressione. L’altro è il pirfenidone , una piccola molecola che inibisce la sintesi di Tgf-beta e Tnfalfa (fattori di crescita e infiammazione).