La sfida di Kim al mondo
«Testata la bomba H», terremoto del 6.3. Trump: attaccarlo? Vedremo
La Corea del Nord testa una bomba atomica all’idrogeno. Trump: «Attaccare? Vedremo».
PECHINO-MILANO «Perfetto successo del test di una bomba all’idrogeno pronta ad essere montata sulla testata di un missile intercontinentale con grande potenza distruttiva». Con queste parole Ri Chun-hee, la ormai celebre presentatrice della tv nordcoreana, ha annunciato ieri pomeriggio l’esplosione nucleare sotterranea nel poligono di Punggye-ri nel Nordest della Corea del Nord. Bollettino della vittoria al quale ha replicato il coro internazionale.
Trump ha radunato il Consiglio di Sicurezza Nazionale ed ha consultato i suoi generali. Quando gli hanno chiesto se ci sarà una risposta militare ha replicato con l’ormai noto «vedremo». Poi randellate sullo «Stato canaglia che imbarazza la Cina… Il dialogo è inutile, capisce solo una cosa». Il capo del Pentagono James Mattis ha parlato di «risposta militare massiccia, efficace e schiacciante» a eventuali «minacce agli Stati Uniti, inclusa Guam, o ai suoi alleati». Si torna a parlare di sanzioni dure che potrebbero colpire chi collabora con la satrapia, coinvolgendo anche banche della Cina. Il presidente russo Putin e l’omologo cinese Xi Jinping si sono parlati al telefono: affronteremo la situazione in modo adeguato, hanno detto. Mosca ha ribadito che esiste solo una soluzione politica. Pechino ha ammonito Kim a finirla con «azioni sbagliate». Seul non ha escluso lo schieramento di sistemi strategici Usa nel Paese, ossia il ritorno delle atomiche mentre i media Usa hanno ipotizzato azioni di cyber guerra.
Scenari coperti dagli effetti della «Bomba perfetta» che probabilmente dovrà armare un missile a lungo raggio. L’ordigno ha provocato un terremoto con una magnitudo in 6.3 gradi sulla scala Richter e durato 10 secondi, scossa che ha spinto gli abitanti della cittadina cinese di Yanij a fuggire in strada. Il primo terremoto artificiale è stato seguito da un secondo. «Un cedimento del terreno» secondo gli esperti cinesi: un evento di notevole portata che ha fatto temere il crollo non previsto di una galleria a Punggye-ri e una dispersione radioattiva. Per ora non sarebbero state rilevate anomalie.
Quello di ieri è l’esperimento nucleare numero 6 dei nordcoreani, il più potente nella loro corsa alle armi di distruzione di massa. Un anno fa, il 9 settembre, il sisma era stato di 5.3 gradi Richter; il precedente del 6 gennaio 2016 aveva originato un movimento sotterraneo di 5.1 gradi; il primo nel 2006 si era fermato a 3.9. Una progressione continua, da quel primo test del 2006, allora snobbato perché arretrato di decenni rispetto alla tecnologia bellica sviluppata dalle grandi potenze. Ma un test alla volta la potenza distruttiva della «Bomba» nordcoreana è cresciuta enormemente e il regime ha arricchito l’arsenale dei missili.
Sembra una chiara sfida anche a Xi Jinping, che al momento dell’esplosione stava inaugurando il vertice dei Paesi Brics, con Putin e Modi. I cinesi insistono a invocare la denuclearizzazione e anche la fine delle manovre militari americane nella regione. Ma Kim ha fatto capire che non rinuncerà alle armi nucleari. A questo punto ci si chiede se Pechino taglierà le forniture petrolifere, misura che potrebbe avere un certo impatto.