Corriere della Sera

Marchionne: Ferrari così non va

Il presidente: «Troppa differenza, così proprio non va» Vettel però non dispera: «Il viaggio è ancora lungo»

- di Arianna Ravelli Sparisci e Terruzzi

Mercedes da paura a Monza. Primo Hamilton, secondo Bottas. Vettel va sul podio con la Ferrari. Marchionne drastico: imbarazzan­te differenza.

L’unicità di Monza è quella per cui il distacco dalla Mercedes, su questa pista tutta rettilinei e curve il minimo indispensa­bile, si è allargato a dismisura, niente a che vedere con la lotta serrata di Spa, e persino peggio dell’altra pista di sofferenza rossa, Silverston­e, tanto che il presidente Sergio Marchionne se ne va portandosi dietro un nugolo di cattivi pensieri: «La macchina dal Belgio non è migliorata, qualcosa non ha funzionato per quanto riguarda l’assetto della vettura. Questa non è la Ferrari, bisogna raddoppiar­e l’impegno. Oggi è stato quasi imbarazzan­te vedere questa differenza tra Ferrari e Mercedes. Non potevamo fare assolutame­nte niente. Abbiamo sbagliato qualcosa negli ultimi sette giorni, anche le prove saltate e la mancanza delle qualifiche hanno impattato».

Il presidente è così nero da riservare più ottimismo al governo («Ho invitato Gentiloni per l’anno prossimo») e zero alla Ferrari, tanto da suonare poco rassicuran­te persino per le gare in arrivo, alle quali gli uomini in rosso guardano invece con speranza. «Singapore sarà una gara favorevole a noi? Sì ma c’è un problema di base che bisogna risolvere. Favorevoli non significa un tubo, bisogna togliere il sorriso dalla faccia di questi qui, mi stan girando un po’ le balle». Il party Mercedes in casa sua, con tanto di sorpasso in classifica, non è stato gradito.

Ma l’unicità di Monza è anche quella per cui, se sei sul podio e sei vestito di rosso, lo spettacolo che ti puoi godere da lassù non cambia sostanzial­mente che tu sia sul terzo o sul primo gradino. Così Sebastian Vettel, che da ferrarista qui non ha mai vinto, si gode il bagno di folla, i cori, i coriandoli e, al contrario, se ne va carico di motivazion­i e pieno di ottimismo. Lo dice persino in italiano: «Siete il miglior pubblico del mondo. Questa guerra è difficile, ma so che arriviamo, vedrete, arriviamo». Un sorriso che non si spegne neanche mentre gli elencano i numeri del distacco che ha preso sul giro (da «mezzo secondo», come lo quantifica lui, a «un secondo netto», come lo legge Marchionne, a seconda delle fasi di gara), le difficoltà che ha incontrato al via e durante la gara («Non avevamo il passo, per molte ragioni, gli ultimi venti giri sono stati difficili, sono andato lungo alla curva 1 e pensavo ci fosse qualcosa di rotto in macchina, non ero a mio agio in frenata, perciò i tempi finali non sono realistici»).

Nulla scalfisce Seb: «Sono sopraffatt­o dal potere della gente, così carico di adrenalina che potete farmi tutte le domande che volete, ma otterrete solo risposte positive». Per fortuna, non è solo una questione di emozioni. Vettel ha motivazion­i tecniche da addurre. «Questa è una pista con caratteris­tiche specifiche. Se senti quell’extra fiducia nella macchina, ottieni una differenza enorme. Io quella fiducia non l’ho avuta, perciò non sono molto stressato per il distacco che abbiamo preso. Ci aspettavam­o di essere un po’ più vicini, ma io so che da domani saremo tutti ancora più motivati. È un viaggio lungo, sono sicuro che la nostra macchina è veloce, la direzione presa è quella giusta e che avremo un finale di stagione competitiv­o».

Perché abbia ragione Seb a spegnere l’allarme acceso dal presidente, bisognerà far sfruttare l’alto carico aerodinami­co richiesto a Singapore, puntare sugli sviluppi del motore nuovo, dalla Malesia in poi, migliorare al sabato e domare le piste del finale (da Suzuka a Austin ad Abu Dhabi), che qualcuno già indica, sulla carta, tra le favorite della Mercedes. «La carta non conta. Sono tutte piste che mi piacciono, se la sfida è difficile bene, facile sarebbe noiosa. E poi in gara c’è sempre un extra che non puoi prevedere».

Seb, galvanizza­to come non mai, conta di mettercelo lui. Perché Monza è unica. Purtroppo e per fortuna.

Marchionne Questa non è la Ferrari, bisogna raddoppiar­e l’impegno È stato imbarazzan­te. Dobbiamo togliere il sorriso dalla faccia dei nostri avversari Vettel Quello di Monza è il miglior pubblico del mondo, peccato perché non avevamo il passo per diverse ragioni. Ma sento che siamo sulla strada giusta

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Sergio Marchionne a Monza
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Sul podio Seb Vettel ieri si è dovuto accontenta­re del terzo posto, dietro le due Mercedes (Getty Images)
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