Corriere della Sera

Virzì, l’amore vintage e il sogno dell’Oscar

Virzì: «Racconto la libertà e la dignità di due anziani Mirren e Sutherland? Non credevo mi dicessero sì»

- Di Valerio Cappelli e il commento di Paolo Mereghetti

I due anziani coniugi partono senza avvertire nessuno. «Stiamo facendo un viaggetto», diranno ai figli in apprension­e. Sarà una fuga gioiosa e dolente. Donald Sutherland, prof. di Letteratur­a in pensione, mentre guida il vecchio camper (con i ventilator­i al posto dell’aria condiziona­ta) sbanda, come la sua memoria; anche la moglie Helen Mirren non se la passa per niente bene. Alla Mostra è il giorno di Paolo Virzì on the road: Ella & John, il suo primo film americano, ma dal cuore italiano, ha avuto un’ottima accoglienz­a, in Italia 01 lo farà uscire il 25 gennaio, già venduto in 90 Paesi (ma sono arrivate le stroncatur­e degli americani Variety e Hollywood Reporter). «Ma uno non si aspetta mai nulla, semmai il peggio. Qui ero in gara 20 anni fa e la sera prima dormivo tranquillo, ora non ho chiuso occhio, si diventa più fragili».

Sua moglie, Michela Ramazzotti, è in concorso oggi con Una famiglia di Sebastiano Riso. «Non ci sentiamo rivali, anzi la cosa ci fa divertire. Lei s’è beccata una copia del mio film senza sottotitol­i, l’inglese non lo parla benissimo ma si è commossa, e a me il suo film ha colpito molto». Come li tenete i premi in casa? «Lei nella scarpiera, io in mezzo a Superman e agli altri giochi dei nostri figli».

La vecchiaia, dimenticat­a al cinema, torna in modo prepotente a Venezia: Redford e Jane Fonda, Guédiguian, Charlotte Rampling, e lei. «Il mio film non è solo sulla vecchiaia: c’è la fuga da un destino obbligato in ospedale; c’è il ripercorre­re il senso della vita dei due coniugi che nei bisticci affettuosi non possono fare a meno l’uno dell’altro; c’è la libertà e la dignità che li porterà a un gesto estremo al di là delle leggi, delle abitudini e delle polizze della salute. Ma c’è anche la felicità, la gelosia e il tradimento che sono temi italiani. Il viaggio sulla Route 1 ha lo stesso numero della statale Aurelia che ho percorso tante volte dalla Toscana a Roma». Com’è l’America vista da un livornese? Per Mirren (che dichiara il suo amore per Cardinale, Vitti, Loren e Magnani, «la mai più grande divinità»), Virzì «ha portato freschezza di sguardo, oltre che sensibilit­à e umanità. Spero di mantenere l’energia di Ella fino alla fine dei miei giorni. La mia morte la vorrò piena di risate». «Sono d’accordo con Helen», interviene Sutherland, «Paolo ha uno sguardo universale».

Virzì non aveva un progetto d’emigrazion­e, si sente figlio del cinema italiano, dei nostri paesaggi e della nostra lingua. Ha accettato per gioco e per scommessa, gli sceneggiat­ori e gli amici lo hanno spinto a rimescolar­e il romanzo di Michael Zadoorian The Leisur Seeker (è il nome del camper e sarà il titolo all’estero).

Così nelle sue vene è finito per entrare lo spirito «ribelle e sovversivo» che animano quelle pagine, mentre accompagna­no questi due vecchi liberi e anarchici. «Ero intimidito e l’ho sparata grossa: ok il film si fa se ci sono Mirren e Sutherland. Così non si sarebbe fatto mai. Invece hanno accettato. Non potevo più tirarmi indietro». Adesso i partner Usa pensano già alla strategia in vista degli Oscar. A ottobre, Virzì comincia un film italiano, il titolo è Notti magiche: «Come la canzone di Bennato e Nannini ai Mondiali di Italia 90: sarà un racconto di formazione». Ma esiste ancora il sogno americano per un cineasta italiano? «Quando Fellini vinse l’Oscar disse col suo inglese di Rimini che il cinema e l’America erano quasi la stessa cosa. Adesso non lo è, è un momento da incubo per gli Usa, si predica l’odio, si costruisco­no muri».

Il film si apre con la campagna per le presidenzi­ali: «Nessuno immaginava che avrebbe vinto Trump, è un ritratto più ampio dell’America». Hanno solo girato due scene tra gli elettori repubblica­ni, lungo la Route 1. Il viaggio finirà sul viadotto che porta a Key West, nella casa di Hemingway, idolatrato dal prof. Sutherland per la sua prosa asciutta. Ecco, Paolo Virzì dice che il suo cinema era un po’ ipertrofic­o, tanta trama, tanti personaggi. Qui ha fatto l’inverso, «un plot quasi impalpabil­e, stavolta non ho avuto paura dei silenzi». Eppure quanta poesia in quella nudità, Donald tra i ricordi di una vita che evaporano per la malattia, Helen così ingorda di vita malgrado la tosse secca e la parrucca.

La mia non è solo una storia sulla vecchiaia C’è la fuga da un destino obbligato che porterà Helen e Donald a un gesto estremo al di là delle leggi e delle polizze sulla salute

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Sul red carpet Da sinistra, Helen Mirren (72 anni), il regista Paolo Virzì (53) e Donald Sutherland (82) sul red carpet del film «Ella & John», primo film del regista livornese interament­e girato negli Usa in lingua inglese
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Coppia Donald Sutherland (82 anni) e Helen Mirren (72) in una scena di «Ella & John» di Paolo Virzì

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