ISLAM, AMORE & TABÙ «Alla donna è concesso di avere potere solo a casa»
da bagno e va in spiaggia. Può sembrare incomprensibile in Europa, ma da noi ci sono sempre maggiori limitazioni».
Perché una donna che si veste come vuole spaventa?
«Io credo che la donna faccia paura all’uomo perché occupa uno spazio che l’uomo vuole essere l’unico a occupare. Che sia economico, sociale, culturale o semplicemente di libertà. È una paura ansiogena, irrazionale e allo stesso tempo strutturata, organizzata nei secoli, per questo così difficile da scardinare. La religione assieme alle leggi e alla mentalità fanno sì che oggi sia qualcosa di radicato. Ed è drammatico perché ci sono generazioni di ragazze che crescono nell’idea che il proprio posto non sia al centro ma ai margini. Ma ci sono anche donne molto coraggiose, che lottano contro questi stereotipi. Per me sono eroiche».
Anche lei, però, è cresciuto in un contesto arabo-islamico, benché a Parigi. Come ha maturato questa visione divergente?
«Io non sono cresciuto in Marocco, ma alla scuola laica in banlieue parigina, con nella testa dei valori fondamentali di rispetto, giustizia e uguaglianza, che si applica per me in primo luogo ai sessi. Certo che conosco questo squilibrio. Ogni volta che da bambino andavo in vacanza in Marocco osservavo la società, vedevo queste disfunzioni, ma non ho mai cercato di accettarle. Sin da piccolo mi colpiva questo paradosso: la capacità in una società patriarcale come quella mediterranea di avere uno spazio privato dominato dalle donne e uno pubblico in cui la donna è esclusa».