Corriere della Sera

Antonella e le scalate in montagna «È la mia terapia contro la sclerosi»

Ha raggiunto quota 5.300 metri. «I medici me lo sconsiglia­vano, ho fatto di testa mia»

- Mdebac@corriere.it

se non avesse cominciato ad accusare i mali dell’altitudine. Aldo Maldonato, presidente di Comet, porta diabetici e malati cronici sulle vette per dimostrare che anche in quelle condizioni si può.

«Merito della mia “abruzzesit­à” se ho superato lo choc della diagnosi. All’inizio ho accusato il colpo: depression­e, chiusura, silenzio per un anno e mezzo. Poi sono scesa a patti con la sclerosi e le ho chiesto, che vogliamo fa? Io sto qui, tu stai lì, ok? Ho ricomincia­to con le scalate. Lei mi corre dietro e non mi prende».

Quando 5 anni fa sono spuntate due recidive che le hanno estratto forza da braccio e gamba, Antonella non ha cambiato idea, anche se condiziona­ta da una terapia più impegnativ­a, l’interferon­e. «Un ciclo a settimana mi mette fuori gioco per un giorno e mezzo. Come avere l’influenza. Febbre, dolori muscolari, tosse. La sclerosi è l’ultimo dei miei problemi e le cime le faccio nel weekend, quando i postumi del farmaco sono smaltiti».

Ogni controllo dal neurologo però è sfibrante. «Il professore si siede davanti a me e mi dice, ok Antonella la risonanza anche stavolta è negativa, non ci sono peggiorame­nti. Quindi? gli domando. Vada avanti, continui così. Avanti quanto e per quanto? insisto. Non si sa, lei intanto vada avanti. La vecchiaia, mi dice scherzando, gioca a suo favore.». Nei giovani infatti la sclerosi multipla, causata dalla perdita di mielina, procede al galoppo nella maggioranz­a dei casi.

Cure e sport «Di solito arrampico nei fine settimana, quando ho smaltito i postumi dei farmaci»

«Sono perfino contenta di essere vecchia. Conosco una donna di 45 anni col braccio che non risponde più e lo nasconde», racconta. L’unica preghiera rivolta dai medici è di non stancarsi troppo.

Lo sguardo di Antonella torna a posarsi sul Velino. Nel frattempo col calore della giornata la neve si è sciolta e la cima è tornata nuda.

Lei vuole sapere come vivo in attesa della comparsa di altri puntini bianchi nel cervello: «Ho le mie montagne che qui intorno mi proteggono. Oltre al Velino, il Gran Sasso, la Maiella, le palestre dove mi alleno e ho imparato a sfidare il Gran Paradiso e il Dom de Mischabel, tanto per citare alcune delle migliori soddisfazi­oni. Sono fortunata, per ora non chiedo di più. E a chi ha la sclerosi grido: fate come me».

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In montagna Antonella Perna, 59 anni, lavora in un laboratori­o privato d’analisi
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