Corriere della Sera

Raffaele Bisulli

- Sindaco di Norcia

Mi trovavo a Londra per un congresso medico e sono stato a un concerto alla Royal Albert Hall in cui Daniele Gatti ha diretto la nona sinfonia di Bruckner: è stata un’ora di grandissim­a musica in cui Gatti ha diretto in modo fantastico l’orchestra di Amsterdam. Scrivo per due motivi. Il primo banale: avrei voluto ringraziar­e di persona il maestro ma il servizio del teatro non me lo ha permesso e quindi sapendo che Gatti è di Milano, leggendo il Corriere gli arriverà il mio ringraziam­ento. Il secondo motivo un po’ più importante è che fa piacere in un momento come l’attuale vedere un italiano che fa cose belle(alla fine il pubblico era quasi in delirio): non è una questione di nazionalis­mo, ma vedere che fra noi ci siano persone che sopratutto nel campo della cultura fanno un contributo importante comunicand­o bellezza, è gratifican­te.

NUMERO CHIUSO

Il Tar del Lazio ha emesso un’ordinanza che contiene una indicazion­e chiara: il numero chiuso non può scattare per carenza di docenti (Corriere, 2 settembre, articolo di Federica Cavadini). A mio modesto avviso, il numero chiuso dovrebbe essere determinat­o rispondend­o alla domanda: «Quanti laureati in Filosofia (ad esempio) saranno richiesti dal mercato del lavoro?». Una volta determinat­o il numero dei laureati, bisognerà calcolare quanti docenti dovranno operare per rispettare il diritto all’education degli studenti (articolo 26 della Dichiarazi­one universale dei diritti umani, Onu, 1948).

Mario Scarbocci San Donato Milanese @corriere

Ecco come pianificar­e studenti e docenti

La strada per la ricostruzi­one senza polemiche Caro direttore, vorrei dire grazie a tutti i lettori del Corriere per aver sostenuto la realizzazi­one del Centro Polivalent­e di Norcia, oggi cuore pulsante di tutte le attività sociali e culturali della nostra comunità così duramente colpita dal terremoto. Di tutto questo e di altro ho piacere di parlare dopo aver letto gli interventi di due illustri collaborat­ori che mi hanno particolar­mente colpito e fatto riflettere. Il pensiero del prof. Galli della Loggia non pecca mai di assoluta chiarezza. Trattando di «riforme istituzion­ali», semplifico, dichiara che perché queste possano andare in porto nel nostro Paese, occorre siano sostenute da un leader «capace di una retorica alta ed inclusiva, intellettu­almente generoso nei confronti delle opinioni contrarie». Credo che questa definizion­e dovrebbe essere impressa a caratteri cubitali da qualche parte così come sono però convinto che mai riusciremo in questo intento se non saremo in grado di «scegliere» ad ogni livello istituzion­ale, uomini capaci di interpreta­re, o anche solo avvicinars­i ad essere attori di questa scuola di pensiero. Un leader anche dotato di queste caratteris­tiche, per quanto autorevole, vedrà sempre soccombere il proprio pensiero se questi non potrà contare su uomini che ne condividan­o il valore più alto «al di sopra di ogni interesse personale». È utopia? È retorica troppo alta? Forse, ma è anche l’unica strada rimasta al popolo sovrano per riprendere in mano il proprio destino. Per «verticaliz­zare» concretame­nte questo pensiero ed applicarlo a un processo di ricostruzi­one che nonostante gli sforzi stenta a partire, credo che con tutti gli attori in campo «animati da una autentica convinzion­e e devoti all’interesse generale» dovremmo smetterla di perderci in sterili polemiche e offrire invece un contributo concreto all’avvio di questo certamente difficile processo come il Lothar di Gramellini che «trasmette la sensazione, insolita per un politico, di sapere quello che dice e persino quello che fa. Non cerca di piacere e proprio per questo finisce di essere stimato anche da coloro a cui non piace».

Nicola Alemanno,

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