INTERVISTA
Personaggi fuori dagli schemi, caposcuola indiscussi, grandi vecchi che non smettono di insegnare ma anche di destare scalpore, e anzi riservano molte sorprese. Come Philip Roth, che apre il nuovo numero de «la Lettura» #301 (in edicola fino a sabato 9 settembre) con una densa e rara intervista a Livia Manera in cui spiega perché ha smesso di scrivere (e come ci si sente «dopo»), e ottiene il primo posto assoluto anche nella classifica dei lettori, ai quali abbiamo chiesto di segnalare sui social de «la Lettura» all’hashtag #ilpiùgrande qual è secondo loro il più grande scrittore del Novecento. Ebbene, proprio Roth vince con largo margine su tutti, seguito (a molti voti di distanza) da Marcel Proust. Sebbene il voto riguardasse gli autori del Novecento, i lettori si sono espressi liberamente inserendo autori di tutti i tempi: seguono (molto distanziati) al terzo posto, parimerito, cinque autori come Fëdor Dostoevskij, Jonathan Franzen, Stephen King e, primi tra gli italiani, Primo Levi e Luigi Pirandello. Inseguiti, sempre parimerito, da Elsa Morante, Milan Kundera, Italo Calvino e Stefano Benni. Ma il voto dei lettori continua online, ed è davvero impressionante la quantità di autori che incalza il podio dei vincitori: ci sono nomi come David Foster Wallace, Ian McEwan, Claudio Magris, ma anche Dante.
Ma si parla anche di altri grandi maestri del presente e del passato, in carne e ossa o evocati in racconti e articoli, nel nuovo numero così ricco di spunti inconsueti. Compare, ad esempio, fatto rivivere dal giallista spagnolo Marcos Chicot (1971), anche un Socrate (immaginario, ma molto realistico) piombato nel mondo d’oggi: trasformato in personaggio, il filosofo dell’antichità si confronta, nel racconto di Chicot, con la democrazia moderna, con i media e con il chiacchiericcio dei dibattiti in televisione. Nei quali tuttavia Socrate trionferebbe, vincendo perfino la guerra