L’Italia scopre il gioco di squadra Le aste premiano il contemporaneo
Come gli Usa anni 50 per l’Espressionismo astratto. L’interesse crescente della Russia
C’è un’atmosfera di sospensione nello studio romano di Giosetta Fioroni. L’artista romana sarà protagonista di una mostra importantissima al Moscow Museum of Modern Art di Mosca.
È un evento speciale, che premia i sessant’anni di lavoro di questa grande interprete dell’arte italiana del Novecento e contemporanea. Tra Roma, Milano, Mosca, Londra e New York l’attenzione della critica e del mercato sta concentrandosi su molti artisti del nostro Paese. E la Fioroni è in cima a questa lista, che di giorno in giorno si allunga.
Finalmente l’Italia sta trovando alleati nel diffondere e valorizzare le ricerche estetiche dei suoi artisti. Il sistema culturale italiano fa gioco di squadra e si stringe intorno ai suoi interpreti. Un po’ come accadde negli anni Cinquanta negli Stati Uniti quando la scuola newyorchese dell’Espressionismo astratto (Pollock, de Kooning e gli altri) furono fortemente sostenuti addirittura dal governo e dagli apparati a esso legati.
D’altra parte l’attenzione del mercato internazionale verso gli artisti italiani segue un’onda crescente, da quando le grandi case d’asta (Christie’s e Sotheby’s) hanno cominciato a organizzare a Londra le cosiddette Italian Sale, vendite dedicate solo ad artisti italiani.
Giosetta Fioroni fu l’unica donna della cosiddetta Scuola romana. E oggi, dopo che Mario Schifano e Tano Festa hanno attirato l’attenzione, è arrivato il suo turno. Specie le opere che ha eseguito nei magici anni Sessanta e Settanta stanno moltiplicando il loro valore.
Tra il 1960 e il 1961, Giosetta conobbe de Kooning, Robert Rauschenberg e soprattutto Cy Twombly, che frequentò il suo studio per oltre un anno. Alcune lavori eseguiti in quel periodo sembrano costruiti in osmosi con la poetica di Twombly.
Non a caso nell’asta dello scorso aprile di Christie’s a Milano una sua tela, proprio del 1960, stimata 30 mila euro, ha sancito il record per la Fioroni con l’aggiudicazione finale a 86.500 euro. Ora, con questa esposizione moscovita, la fama di Giosetta è destinata a moltiplicarsi. La Russia ha sempre avuto una grande cultura letteraria, scientifica e artistica. Forse è per questo che i musei e le istituzioni russe sono sensibili all’arte italiana del dopoguerra. Inoltre, il recente passaggio legislativo che permette la libera circolazione di opere realizzate sino a settanta anni fa e non più cinquanta come prima, ha facilitato (semplificando gli aspetti burocratici) l’impulso a organizzare mostre di artisti degli anni Sessanta.
Ma a ben vedere, in questo periodo, tutta l’arte italiana sembra partita alla conquista della Federazione Russa. Da quella antica sino alla produzione di artisti viventi. Si pensi alle mostre recentemente ospitate da uno dei musei più importanti al mondo: l’Hermitage di San Pietroburgo. Nei mesi scorsi il Palazzo d’Inver- no ha esposto «Il giudizio finale» di Giambattista Tiepolo proveniente da Palazzo Leoni Montanari (Gallerie d’Italia) a Vicenza.
La mostra «Il Rinascimento veneziano. Tiziano, Tintoretto, Veronese» allestita al Pushkin State Museum di Mosca fino al 20 agosto scorso ha visto un incredibile successo di pubblico. Sul fronte contemporaneo, sino allo scorso 15 maggio Marcello Lo Giudice (classe 1957) ha esposto i suoi Eden e Pianeti Blu al Palazzo di Marmo del Museo russo di Stato di San Pietroburgo.
Piero Pizzi Cannella (classe 1955) espone ancora fino al 15 ottobre, all’Hermitage, 28 dipinti tra cattedrali, vedute, mappe geografiche e la serie del «Salon de musique». E, appunto, ora al Mmoma di Mosca arriva la «Roma anni ‘60», della Fioroni. Questa attenzione russa verso l’arte italiana potrebbe essere solo l’inizio di un’onda lunga.
I grandi magnati, collezionando arte, hanno contribuito a diffonderne il valore. Nel frattempo Giosetta ancora non si capacita di quello che le sta accadendo. Tutti la citano, la vogliono e i suoi quadri salgono di valore nelle aste.
Ma lei continua ad avere la grazia di assomigliare alle sue opere: giocose e raffinate.