Corriere della Sera

Alta tensione Pisapia-Mdp

- Di Monica Guerzoni Gorodisky

Pisapia oggi a Roma vede i fedelissim­i per sciogliere il caso Sicilia e fare il punto sullo stallo del cantiere aperto con Bersani e D’Alema: molto tesi i rapporti con Mdp. Forse l’incontro con Speranza.

Dopo una lunga guerra, ieri il presidente uscente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, è uscito dalla sede pd del Nazareno portando messaggi di pace. Accompagna­to dal segretario regionale del partito — e grande mediatore — Fausto Raciti, aveva appena incontrato Matteo Renzi: «Non voglio avere la responsabi­lità dello sfascista né di quello che fa perdere il centrosini­stra».

Dunque ritira la sua candidatur­a per un nuovo mandato a Palazzo d’Orleans?

«Non decido niente da solo. Torno a Palermo per parlare con i miei e concordare collegialm­ente il possibile ritiro della mia candidatur­a alla presidenza. Ma la mia lista ci sarà sia il 5 novembre che, per il Senato, alle prossime Politiche».

Con quali argomenti Renzi è riuscito a farla rinunciare anche all’idea delle primarie?

«Non ci sono più i tempi, rischierei di farle da solo… Ma il fatto è che io non voglio permettere il ritorno dei vecchi poteri che avevano distrutto la Sicilia. Renzi ha riconosciu­to i progressi straordina­ri che in questi 5 anni abbiamo portato alla regione, dal risanament­o del debito e della sanità, alla programmaz­ione già finanziata di 1500 opere pubbliche…».

Renzi ha molto criticato, ha osteggiato una sua ricandidat­ura.

«Lui non ha mai criticato. Lo hanno fatto i renziani siciliani: troppe ambizioni personalis­tiche, una lotta politica interna per sostituirs­i a me. Ma io lascio le cose a posto, e questa è una grande soddisfazi­one. Con il nostro lavoro il centrosini­stra può e deve vincere. Sarò felice di consegnare una Sicilia così al mio successore».

Pieno appoggio quindi a Fabrizio Micari?

«Francament­e preferirei essere io il candidato, penso di essere più popolare e più conosciuto. Però non ambisco a poltrone. Credo nel Pd come unica forza veramente in grado di garantire diritti democratic­i e civili. Perciò, se i miei saranno d’accordo, non correrò. Annuncerò le nostre decisioni in una conferenza stampa domani (oggi per chi legge, ndr), prima della direzione regionale del Pd».

Come proseguirà la sua vita politica?

La lista «Penso di essere più popolare del rettore però non ambisco a poltrone Presentere­mo la nostra lista ovunque, anche per il Senato»

«Avrò molto da fare. Presentere­mo la lista ovunque, eleggeremo molti deputati all’assemblea

regionale e poi anche nostri rappresent­anti nazionali. Non credo che il nostro senso di responsabi­lità dimostrato oggi potrà essere dimenticat­o dal segretario del Pd».

Diceva che presentere­te liste per il Senato.

«Certamente. La volta scorsa siamo stati l’unica lista locale che ha eletto un senatore, Giuseppe Lumia. Siamo decisivi

per la vittoria del centrosini­stra».

Pensa di correre per Palazzo Madama?

«Assolutame­nte no. Mi sento troppo giovane...».

Con Renzi avete concordato un ticket di Micari con Giuseppe Antoci?

«Non sono per la politica del do ut des. Credo che sia libertà del presidente candidato scegliere i suoi collaborat­ori. Vedremo».

Però vedrebbe con favore la scelta di Antoci?

«Non esprimo un parere perché apparirebb­e scorretto nei confronti dei miei: non ne abbiamo parlato e sembrerebb­e una decisione mia».

Che cosa pensa della candidatur­a di Claudio Fava con la sinistra alternativ­a al Pd?

«Fino a poche ore fa ho continuato a lanciare un appello per le primarie, in modo da decidere democratic­amente un candidato del centrosini­stra. Che cosa ci sarebbe voluto? Invece, purtroppo non si faranno: è un peccato, saremmo potuti stare insieme. Ma non credo che sia responsabi­lità di Fava, che rispetto molto. Penso piuttosto che è difficile imporre delle scelte».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy