Corriere della Sera

«Si riparta dal modello tedesco. Approvarlo è possibile»

- Giuseppe Alberto Falci

«Il modello Sicilia si prefigura vincente per le prossime politiche. D’altro canto, la forza del centrodest­ra è sempre stata l’unità». L’ex presidente del Senato Renato Schifani, voce molto ascoltata da Silvio Berlusconi, esprime soddisfazi­one dopo la ritrovata unità.

Presidente Schifani, qual è stato il fattore decisivo che ha scongiurat­o la frattura?

«Guardi, penso che i grandi protagonis­ti di questa vicenda siano Silvio Berlusconi e Gianfranco Micciché, che vissero da vicino e loro malgrado, la divisione del centrodest­ra nel 2012».

All’epoca cosa successe?

«In quei giorni ricevetti una chiamata da Berlusconi il quale chiese, a me siciliano, una mano per convincere i dirigenti del nostro partito a trovare una soluzione comune con Micciché. Ci provò con i nostri lo stesso presidente di persona, ma invano. Questa volta invece ero convintiss­imo che Berlusconi avrebbe trovato la sintesi unitaria della coalizione. L’accoppiata Musumeci-Armao sarà vincente. Ora urge un cambio di passo».

Cosa vuole dire?

«Da domani si dovrà parlare di programmi. Si dovrà spiegare ai siciliani cosa si vuol fare sul debito pubblico, che è aumentato oltre modo in questi anni, sui tagli alle spese superflue, sulle riduzioni delle partecipat­e, sul sostegno ai giovani, sulla semplifica­zione In Sicilia della burocrazia».

Micciché ha cercato di allargare la coalizione ad Alfano, ma Salvini e Meloni hanno posto il veto.

«Devo confessarl­e che non ho apprezzato molto le intransige­nze di Salvini e Meloni sul tentativo coraggioso di Micciché di allargare l’alleanza ad Alfano. Anche perché mi chiedo perché questi veti non siano stati posti in Liguria o a Genova, dove Ap governa con il Carroccio, o in Lombardia dove gli amici di Ap stanno nella giunta presieduta da un leghista».

Circola il nome di Antonio Tajani come successore di Berlusconi. Cosa ne pensa?

«Il presidente Tajani è sicurament­e autorevole. Ma il leader riconosciu­to rimane Berlusconi. Mi auguro che a novembre i giudici di Strasburgo possano essere celeri nel dare ragione a Berlusconi. Molte anomalie hanno caratteriz­zato

Non ho apprezzato l’intransige­nza di Meloni e Salvini nei confronti di Ap nell’isola Mi chiedo perché questi veti non siano stati messi in Liguria o in Lombardia Ero convintiss­imo che Berlusconi avrebbe trovato la sintesi: l’unità in Sicilia sarà vincente

questa vicenda. Sin dallo Statuto Albertino le decadenze parlamenta­ri erano state votate con voto segreto per garantire libertà di coscienza trattandos­i di voto sulla persona. In quell’occasione la presidenza decise per il voto palese. Per inchiodare i singoli parlamenta­ri alla disciplina di partito. Grande strappo politico ma anche procedural­e, che i difensori di Berlusconi potranno dimostrare a Strasburgo». Forza Italia Renato Schifani, 67 anni, senatore

Da mercoledì in commission­e Affari costituzio­nale si tornerà a discutere di legge elettorale. Come finirà?

«Il richiamo del presidente della Repubblica ad armonizzar­e i due sistemi di voto è un atto dovuto. D’altro canto, il Consultell­um consegnere­bbe l’ingovernab­ilità del Paese. Si riparta dal modello tedesco. Quanto accaduto alla Camera a giugno è stato un semplice incidente di percorso».

Ci sono le condizioni per approvare il tedeschell­um?

«Sì, se si coinvolge il maggior numero di partiti evidenteme­nte ritoccando le soglie. Nulla poi vieterebbe di aggiungere un premio di governabil­ità a chi dovesse superare il 40%. Ma solo in tal caso».

E lo ius soli?

«Al Senato il governo sullo ius soli non ha numeri per la fiducia. Consiglio prudenza».

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