Alfano: «Relazioni con l’Egitto obbligate»
Il 14 settembre il nuovo ambasciatore italiano si insedia al Cairo: il ministro degli Esteri difende la scelta Avrà un mandato per fare luce sui rapporti tra l’università di Cambridge e la morte di Giulio Regeni
La ripresa delle relazioni diplomatiche con l’Egitto è per l’Italia una strada «imprescindibile», dice il ministro Angelino Alfano nell’audizione parlamentare sull’omicidio di Giulio Regeni. Ma, assicura il titolare della Farnesina, l’ambasciatore Giampaolo Cantini, che entra in servizio al Cairo il 14 settembre, ha un mandato specifico per continuare nella ricerca della verità: esplorare, tramite il suo omologo del Regno Unito, uno dei capitoli ancora oscuri del delitto, ossia i rapporti con l’Università di Cambridge per cui il 28enne friulano aveva un dottorato di ricerca e studiava il ruolo dei sindacati locali nell’opposizione al regime di Al Sisi. Finora dall’ateneo britannico si è avuta infatti una scarsa collaborazione con le indagini, come lamenta la Procura di Roma.
Cantini si insedia nel ruolo lasciato scoperto dall’aprile 2016, quando — a due mesi dalla notizia dell’omicidio — il governo italiano richiamò l’ambasciatore Maurizio Massari. «Abbiamo mandato una persona con esperienza in Medio Oriente, che potrà intensificare i progressi nelle indagini», sostiene Alfano nell’audizione. Il 14 settembre anche l’ambasciatore egiziano tornerà in Italia. È «impossibile per Paesi di primo piano nel Mediterraneo come Italia ed Egitto non avere un’interlocuzione politico-diplomatica di alto livello», dice il ministro, citando «una storia millenaria di intensi rapporti tra i nostri popoli» e «questioni come la lotta al terrorismo, la gestione dei flussi migratori, la risposta alle crisi regionali, la gestione delle acque del Nilo».
Alfano difende la tempistica della scelta (il 14 agosto) come una «conseguenza politica» del comunicato congiunto delle Procure sui passi avanti nell’inchiesta arrivato proprio quel giorno (a breve dovrebbe esserci un ulteriore vertice tra i magistrati). E ribadisce la linea secondo cui le informazioni di intelligence Usa all’Italia, rivelate dal New York Times, erano prive di «elementi di fatto né tantomeno contenevano prove esplosive».
La scelta di riprendere le relazioni diplomatiche con l’Egitto ha già suscitato, all’annuncio, lo sdegno dei genitori di Regeni. Critiche esprime anche Amnesty International, che si dice «scettica su una scelta che sorprende».
Il deputato di M5S, Alessandro Di Battista, definisce quello di Alfano un «discorso ipocrita» e critica anche i presidenti delle Commissioni esteri di Camera e Senato, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, per il ritardo con cui è stata convocata l’audizione «che andava fatta prima della scelta». «L’assassinio di Giulio Regeni è uno dei più terribili delitti a sfondo politico commessi all’estero, negli ultimi decenni, nei confronti di un cittadino italiano», afferma invece il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda.
Reazioni al discorso di Alfano arrivano dal Cairo, dove Tarek el Kholi, sottosegretario della Commissione esteri, assicura che gli autori dell’omicidio «saranno ritenuti responsabili a prescindere dalla loro posizione».
«Su questa vicenda impegneremo tutta la forza politica e istituzionale in ogni circostanza che ci permetterà di esprimere la nostra rabbia e indignazione», conclude Alfano. Il ministro annuncia anche l’intenzione di intitolare a Regeni l’università italo-egiziana e l’auditorium dell’Istituto di cultura italiana del Cairo. Roma si è inoltre attivata con il Coni per ricordare Regeni ai Giochi del Mediterraneo in programma in Spagna nel 2018.
La protesta Sdegnati i genitori del giovane ricercatore italiano. Protesta anche Amnesty International