Corriere della Sera

La folle difesa di Butungu: io dormivo Si indaga su altre violenze del branco

Rimini, i due fratelli: ci ha dato vodka e droga. La Polonia chiede l’estradizio­ne dei quattro indagati

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o

«Quella sera siamo andati al Coconuts ma siccome l’ingresso era a pagamento ci siamo spostati sulla spiaggia. Io ho bevuto un paio di drink e mi sono addormenta­to su una panchina e mi sono svegliato alle quattro di mattina…». Surreale, risibile, sconnesso. Il racconto di Guerlin Butungu ha fatto sorridere gli inquirenti. Il ventenne congolese, arrestato per i pestaggi, le rapine e gli stupri della notte del 25 agosto, accusato dai suoi tre amici minorenni di essere il capobanda, immortalat­o pure dalle immagini delle telecamere che lui stesso ha riconosciu­to, ha detto in sostanza che in quelle ore era lì ma dormiva. Anche il suo difensore, Ilaria Perruzza, ha delle perplessit­à: «Mi è sembrato un ragazzo smarrito, che forse non ha ancora la piena consapevol­ezza della gravità delle accuse e degli elementi che le sostengono, anche se devono essere verificati. Non escludo che possa cambiare versione».

A poco è servito il sollecito del magistrato che ha cercato di farlo ragionare: «Insisto, abbiamo camminato e non so nulla delle violenze. E poi come avrei potuto avere tre rapporti sessuali nel giro di un’ora? E possibile che nessuno abbia visto nulla?». Per questo giovane venuto dall’Africa due anni fa, in permesso di soggiorno fino al 2018 per motivi umanitari, la nottata si sarebbe risolta così: «Prima di prendere il pullman abbiamo incontrato due ragazzi che ci volevano vendere un telefonino per 60 euro. Io gliene ho dati 45 e loro mi hanno regalato un orologio con il cinturino rotto». Poi sarebbero andati a Riccione, avrebbero dormito un po’, prima di prendere il treno per Pesaro. «Ho pagato io il biglietto per tutti. E una volta lì ci siamo divisi e ciascuno è andato a casa sua». Due drink, una dormita, una passeggiat­a, un cellulare acquistato e il rientro a casa.

Il congolese ha spiegato anche la scelta dell’Italia: «Ero in realtà andato in Tunisia per studiare e alcuni compagni mi hanno convinto a venire in Italia dalla Libia». A Pesaro arrivò nel novembre 2015. Ha fatto vari lavori: cameriere, carrellist­a per eventi, senza trascurare la sua passione, il calcio. In forza alla Csi Delfino di Fano, era un attaccante. «Non un gran piede ma tanta buona volontà. E sempre in orario», ricorda un dirigente della società.

Poi, però, c’erano le notti di Butungu, nere e violente. E su quelle, al di là degli stupri, stanno indagando gli inquirenti. Spuntano i ricordi di turisti che forse lo hanno incrociato. Una riguarda il 25 agosto. Due italiani, sulla spiaggia di Miramare, rapinati prima dell’incontro con i polacchi. Altre tre denunce vengono collegate a una gruppetto di ragazzi di colore. Mentre uno svizzero ha raccontato ai carabinier­i di essere stato aggredito e vicino al Coconuts, la sera dello stupro. Insomma, si cerca di capire se la banda dei quattro può aver colpito altre volte e con chi.

Nel frattempo i fratelli marocchini e il loro amico nigeriano, tutti minorenni, riversano su Butungu le peggiori accuse. «Guerlin ha tirato un pugno al ragazzo polacco e mi ha detto di bloccarlo mentre lui andava dalla ragazza dicendo che a lei ci pensava lui. E io ho tenuto quello con la testa sulla sabbia», ha raccontato il fratello maggiore, assistito dall’avvocato Paolo Ghiselli. «Ci ha offerto vodka, birra e spinelli che lui ha preparato per noi. Eravamo fatti».

Il vice ministro della Giustizia polacco, Patryk Jaki, vorrebbe chiedere la loro, improbabil­e, estradizio­ne. Mentre in Italia, ennesimo polverone per il post di un sindaco del Savonese (Pontinvrea), Matteo Camiciotto­li: «Potremmo dare loro gli arresti domiciliar­i a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso…». Pronta e ferma la condanna da parte del ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ha chiesto al prefetto di Savona di vigilare sulla vicenda, e della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: «Parole aberranti».

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 ??  ?? La spiaggia Le forze dell’ordine nei pressi del bagno 130 dove è avvenuta la violenza. Sotto Guerlin Butungu, il congolese ritenuto il capo del gruppo
La spiaggia Le forze dell’ordine nei pressi del bagno 130 dove è avvenuta la violenza. Sotto Guerlin Butungu, il congolese ritenuto il capo del gruppo

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