Corriere della Sera

«Sì, Maëlys è salita sulla mia auto» Un arresto per la bimba scomparsa

Francia, trovato il dna sul cruscotto. Ma il 34enne nega di averla rapita alla festa

- Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

La mattina dopo la scomparsa della bambina, Nordahl Lelandais ha lavato con cura la sua Audi A3. Ma non così bene. Una traccia del dna di Maëlys de Araújo, 9 anni, origine portoghese, sparita nella notte di sabato 26 agosto durante una festa di matrimonio vicino a Chambéry, è stata ritrovata sul cruscotto. L’uomo è stato arrestato e ieri in carcere ha ammesso che Maëlys, poco prima di scomparire, in effetti è salita sulla sua auto.

Dopo 10 giorni la bambina non è stata ancora ritrovata, ma le indagini si concentran­o adesso sull’uomo indagato per rapimento. Lui nega. La procura di Grenoble, fino a sabato disorienta­ta, ora ha una pista che giudica convincent­e e forse portatrice di sviluppi nelle prossime ore.

Il 26 agosto Maëlys de Araújo si trovava con i genitori alla cerimonia di nozze di un amico di famiglia a Pont-deBeauvois­in, in Savoia. All’ultimo momento lo sposo aveva invitato anche Nordahl Lelandais, 34 anni, ex militare in Marina, educatore di cani, in questo periodo in malattia, pregiudica­to per furto e altri reati connessi al consumo di stupefacen­ti, che vive di lavori saltuari assieme ai genitori nel paese vicino di Domessin e conosce anche il papà di Maëlys.

L’uomo era stato fermato una prima volta giovedì mattina. La polizia aveva interrogat­o oltre 200 persone, e le sue dichiarazi­oni erano sembrate le meno credibili. Si era assentato durante la festa in orari compatibil­i con la scomparsa di Maëlys, erano stati notati dei graffi sulle braccia e soprattutt­o il giorno dopo aveva lavato l’automobile.

Il sospettato aveva spiegato di avere lasciato la festa per andare a cambiarsi i pantaloni corti che si erano macchiati di vino, di essersi graffiato raccoglien­do dei lamponi e di avere lavato l’auto come previsto, perché la stava vendendo e avrebbe dovuto consegnarl­a presto all’acquirente, che ha confermato. Non avendo niente di concreto, gli inquirenti lo hanno rilasciato senza accuse venerdì sera. Ma poi sono arrivati i risultati della scientific­a e Nordahl Lelandais è tornato in carcere, stavolta con un’accusa formale di rapimento.

L’avvocato Bernard Méraud riferisce la sua versione dei fatti: «Il mio assistito ha ammesso di avere fatto salire Maëlys nella sua auto quella sera, assieme a un altro bambino, perché poco prima avevano parlato dei suoi cani e loro volevano vedere se gli animali fossero nel bagagliaio. Lui ha aperto la portiera, ha reclinato il sedile anteriore e li ha fatti salire su quello posteriore. I bambini hanno visto che i cani non c’erano e a quel punto sono usciti». L’avvocato aggiunge che l’auto è rimasta parcheggia­ta con i finestrini aperti «e i bambini potrebbero essere entrati ancora passando dal finestrino», ipotesi che non combacia con la personalit­à di Maëlys, descritta come una bambina timida, non così intraprend­ente. Prima di quella sera Maëlys de Araújo e Nordahl Lelandais non si erano mai visti, l’avvocato dice che il suo assistito ha parlato con lei «un po’ più che con gli altri bambini, ma niente di insolito». L’indagato lamenta che le circostanz­e sembrano accusarlo anche se è innocente. Precedenti penali a parte, quel che i giudici istruttori consideran­o sospetto è che Lelandais ha sempre taciuto di avere fatto salire Maëlys sulla sua auto, sebbene tutti gli invitati fossero stati pregati di raccontare nei minimi dettagli qualsiasi contatto con la bambina scomparsa.

La madre del sospettato si è presentata davanti alle telecamere, peraltro tenendo ancora in mano diversi biglietti da 500 euro forse intascati in cambio di precedenti interviste, per difenderlo giurando che «non potrebbe mai fare una cosa simile, mi ha giurato che non c’entra niente». Ieri mattina Maëlys de Araújo era attesa per il rientro a scuola nel suo paese a Mignovilla­rd, vicino al confine svizzero. Al suo posto i compagni di quarta elementare hanno trovato un’équipe di psicologi.

Educatore di cani Aveva raccontato che si era allontanat­o dalla sala per cambiarsi i pantaloni macchiati È salita con un altro bimbo solo per giocare, poi sono scesi subito

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