Pirelli, a Piazza Affari fino al 40% Per i soci incasso da oltre 3 miliardi
Depositata la richiesta di ammissione in Borsa. Debutto previsto per il 4 ottobre
È iniziato ufficialmente il conto alla rovescia per il ritorno della Pirelli a Piazza Affari. Ieri la società guidata da Marco Tronchetti Provera ha comunicato di aver presentato a Borsa Italia la domanda di ammissione alle quotazioni e di aver depositato in Consob il prospetto informativo dell’Ipo, ultimo passaggio propedeutico al debutto sul listino. Il via libera dovrebbe arrivare entro un paio di settimane e, se la tabella di marcia sarà rispettata, il 4 ottobre la nuova Pirelli debutterà in Borsa.
Il collocamento avverrà attraverso un’Opv, un’offerta pubblica di vendita rivolta agli investitori privati, che sarà affiancata da un collocamento riservato agli investitori istituzionali. Sul mercato andrà circa il 40% del capitale del gruppo della Bicocca messo in vendita da Marco Polo Industrial Italia, la holding controllata da ChemChina (65%), dalla Camfin di Tronchetti (22,4%) e da Lti, il fondo che fa capo al gruppo russo Rosneft (12,6%). Holding che, una volta conclusa l’Ipo, avvierà le procedure per la scissione totale che porterà azioni Pirelli direttamente nelle mani dei soci.
Secondo le prime stime, in caso di collocamento del 40% del capitale, i venditori potrebbero incassare una cifra compresa tra i3 e i 3,5 miliardi di euro. La stima è stata fatta da Banca Imi, che insieme a Jp Morgan e Morgan Stanley gestiranno il collocamento, che ha valutato Pirelli tra 7,6 e 8,7 miliardi di euro, prendendo come riferimento le valutazioni dei competitor secondo il metodo Dcf (Discounted cash flow). La banca d’investimento del gruppo Intesa Sanpaolo (azionista indiretta di Pirelli attraverso Camfin) ha spiegato che «il profilo finanziario superiore di Pirelli e una crescita degli utili attesi maggiore giustificano un premio nei confronti dei player Tier 1, almeno per quanto riguarda le attività alto di gamma».
Pirelli tornerà in Borsa a due anni di distanza dal listing deciso dopo l’ingresso di ChemChina per gestire un complesso piano di riassetto delle attività. Riassetto che ha visto di fatto una separazione in due delle attività della Bicocca: da un lato il business «Industrial», messo insieme alle attività nei pneumatici di ChemChina per dare vita alla nuova società Prometeon affidata all’italiano Paolo Dal Pino, e dall’altro i business «premium» e «prestige», ovvero l’alto e l’altissimo di gamma.
Quest’ultima è la parte che sarà quotata a Milano. Pirelli tornerà a Piazza Affari come una «pure consumer tyre company» focalizzata sui prodotti a più alto margine, con l’obiettivo — dichiarato nel piano strategico — di aumentare i ricavi del 9% l’anno. In una nota il gruppo della Bicocca ha aggiunto che la politica dei dividendi «contempla la distribuzione del 40% del risultato netto consolidato nell’arco del Piano Industriale 2017 – 2020». Il posizionamento sull’alto e altissimo di gamma ha consentito alla Pirelli di crescere quattro volte più del mercato complessivo tra il 2014 e il 2016 e per il prossimo triennio è previsto che nel segmento «New Premium» la società cresca tre volte di più. E’ il dato indicato dal piano strategico della Bicocca, le cui linee guida sono state diffuse la scorsa settimana insieme ai nuovi accordi di governance tra Tronchetti e i soci cinesi. Accordi che definiscono un nuovo equilibrio in cui risultano centrali il ruolo dei soci e del management italiano e il sostegno di ChemChina, mentre si riduce il peso della russa Rosneft che nell’ambito del piano per la quotazione ha ottenuto per la controllata lussemburghese Lti una riduzione del lock-up (il vincolo) per la vendita delle azioni a 180 giorni, contro i 365 previsti per Camfin e la Spv Lux dei cinesi. Il patto ha confermato il radicamento italiano della Pirelli, con il mantenimento della sede, del centro di ricerca e sviluppo e del marchio in Italia, affidati nelle mani di Tronchetti che resta vicepresidente e ceo, con il compito di individuare nel 2020 il proprio successore.