Corriere della Sera

Carige, Malacalza sfida il board: aumento offerto solo ai soci

La proposta alternativ­a del primo azionista all’assemblea del 28: il diritto di opzione deve rimanere

- Fabrizio Massaro

Vittorio Malacalza, primo azionista di Carige con il 17,7% circa, sfida il consiglio di amministra­zione della banca, di cui è anche vicepresid­ente, avanzando una proposta alternativ­a per l’assemblea straordina­ria del 28 settembre che deve votare sull’aumento di capitale da 560 milioni. Attraverso la società di famiglia Malacalza Investimen­ti chiede che la ricapitali­zzazione avvenga solo con diritto di opzione agli azionisti, escludendo dal testo della proposta le parole attualment­e presenti «o in subordine in via inscindibi­le e/o con esclusione o limitazion­e del diritto di opzione». La famiglia Malacalza sottolinea che tale proposta «costituisc­e una importante risposta dell’azionariat­o alle attese degli amministra­tori». Ciò significa che Malacalza non vuole rischiare di venire escluso dall’aumento ma che al contrario intende fare la propria parte — ai livelli attuali circa 85 milioni di euro — per continuare a contare dentro la banca. Inevitabil­mente Malacalza si diluirà — come tutti gli attuali soci — per la eventuale conversion­e dei bond subordinat­i, di cui 80 milioni in portafogli­o a Generali.

Carige, da poche settimane affidata alla guida dell’amministra­tore delegato Paolo Fiorentino, ha avviato una importante operazione di rafforzame­nto patrimonia­le che passa dalla cessione di immobili per circa 200 milioni, la vendita di 1,2 miliardi di crediti in sofferenza — per i quali sono già arrivate oltre trenta manifestaz­ioni di interesse — e, appunto, una richiesta di capitali freschi al mercato. Il piano industrial­e verrà discusso al board del 13 settembre e sarà presentato da Fiorentino l’indomani. Sempre per metà settembre verrà selezionat­a la short-list tra le offerte arrivate per la prestigios­a sede in corso Vittorio Emanuele a Milano.

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