Corriere della Sera

Buffon respinge tutte le critiche «Da 7 anni dite che sono in calo...»

Gigi sarcastico: «Io non mi sento così, ma magari stavolta ci beccate»

- Paolo Tomaselli

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Il fuoco di Gigi Buffon cova sotto la cenere. Qualche segnale di fumo però si alza comunque, forte e chiaro: dopo i tre gol subiti al Bernabeu, soprattutt­o il primo sulla punizione di Isco che non era certo a fil di palo, il capitano della Nazionale e della Juve prepara la risposta a chi ogni volta gli sventola la carta d’identità sotto al naso. «Le critiche vanno accettate come l’alternarsi delle stagioni — premette Buffon, vagamente sarcastico —. Sono inevitabil­i e va bene così. Non provo davvero né disappunto né rancore. Si perde una partita 3-0, sono il punto di riferiment­o, il capitano e il portiere e ci sta che ci siano critiche, così come è avvenuto negli ultimi 7-8 anni: alla prima cosa che non andava hanno sempre cercato di mettermi in dubbio. Ferito? Ti senti ferito se ci sono critiche reali e costruttiv­e — spiega Buffon —. Se si fa il tiro al piccione, mi puoi anche prendere. Ma non è che intacchi quello che sono e quello che voglio continuare ad essere».

Undici mesi fa Gigi fece uno svarione di piede contro la Spagna a Torino e consentì a Vitolo di segnare l’1-0. Poi subito dopo, contro l’Udinese in campionato, gli scappò il tiro di Jankto. Proprio nel giorno in cui la curva della Juve gli aveva dedicato uno striscione pieno di affetto, ma anche di comprensio­ne: «Anche Superman a volte è solo Clark Kent…». Tre giorni dopo a Lione in Champions la kriptonite però finì tutta nella cesta della roba sporca: la Juve vinse una partita chiave e Buffon a 39 anni tornò ad esprimersi a livelli altissimi, parando anche un rigore. «Mi fanno il funerale, ma non trovano nessuno», provocò Gigione, che da lì in poi ha fatto un’intera stagione da protagonis­ta assoluto, con tanto di premio, appena ritirato, (Ansa)

di miglior portiere della Champions: «Sono un po’ scaramanti­co e tra questo trofeo e il rigore parato col Cagliari forse ho iniziato troppo bene. Visto che da 7 anni dite che sono in calo, magari stavolta ci beccate — rilancia il portiere —. A forza di gridare “al lupo al lupo” magari arriva veramente. Ma io non ho questo tipo di sensazione e lo dico con tutta la serenità e la lucidità del caso. Ho fatto 23 anni di carriera e 20 di Nazionale proprio perché sono molto critico con me stesso. Ho sempre cercato la perfezione, non mi sono mai fatto andar bene nulla. So benissimo come sto e dove posso arrivare, lavorando sempre, ma senza neanche ammazzarmi per arrivarci: ho ben preciso l’obiettivo».

Che è quello del sesto Mondiale, a 40 anni: un record assoluto. Alla guida di un gruppo che adesso deve dimostrare di non essere stato destabiliz­zato dalla batosta del Bernabeu: «Che aria tira nello spogliatoi­o? C’è l’orgoglio ferito di una squadra che sembra essere stata ridimensio­nata, ma ha un futuro importante». Parla dell’Italia, Gigi. Ma soprattutt­o di sé.

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Vecchia guardia Gigi Buffon

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