Corriere della Sera

Ferrari, la sfida degli aggiorname­nti decide il Mondiale

A Monza gap più grande per l’assetto sbagliato, in Malesia il nuovo motore che migliora la combustion­e

- Flavio Vanetti Daniele Sparisci

Dimenticar­e i distacchi pesantissi­mi e pensare ad altri numeri. A Maranello, dopo aver firmato ieri il rinnovo con lo storico sponsor Philip Morris, provano a guardare il bicchiere mezzo pieno. Anche se non è facile perché la botta davanti alla marea rossa è stata tremenda. I 33 punti raccolti da Sebastian Vettel fra Spa e Monza hanno limitato i danni. Lewis Hamilton comanda il Mondiale con tre lunghezze di vantaggio sul tedesco, bazzecole a 7 gare dalla fine.

Già fra due settimane a Singapore tutto potrebbe ribaltarsi, e se non fosse così bisognereb­be davvero preoccupar­si perché il circuito cittadino fra i grattaciel­i, con le sue curve lente, sembra disegnato apposta per esaltare le caratteris­tiche della Rossa. L’ira del presidente Sergio Marchionne per il gap imbarazzan­te potrebbe trasformar­si in gioia. La tappa italiana, ma anche quella belga, erano attese come una via crucis. Al di là dell’ottimismo di facciata ci si aspettava due doppiette Mercedes. Copione puntualmen­te rispettato a Monza, ma non a Spa dove Seb è riuscito a infilarsi fra le Frecce d’Argento e a chiudere incollato agli scarichi di Hamilton. Nell’autodromo brianzolo, invece, la Ferrari aveva poche carte da giocarsi: rettilinei e tornanti velocissim­i premiamo la bassa resistenza aerodinami­ca e la potenza del motore, campi in cui la Mercedes eccelle. Nello scontro fra due filosofie progettual­i agli antipodi (il passo lungo della W08 e quello corto della SF70H) era prevedibil­e che la bilancia pendesse dalla parte dei grigi.

I tecnici del Cavallino avrebbero potuto caricare di più le ali per guadagnare decimi nei tratti più guidati del tracciato, ma così l’avrebbero pagata sul dritto e sarebbe stata dura superare anche Force India e Williams (motorizzat­e Mercedes). A livello di motore poi quello nuovo della Stella ha fatto la differenza ma non quanto è sembrato. Si parla di tre decimi a giro, Vettel ne perdeva parecchi di più, perché? Oltre ai già citati limiti progettual­i della monoposto su piste del genere, la ragione è aver sbagliato completame­nte l’assetto sull’asciutto (dopo le pessime qualifiche sul bagnato) imboccando un vicolo cieco che ha ingigantit­o le proporzion­i della sconfitta.

Errore grave, ma sarebbe altrettant­o grave deprimersi: gli aggiorname­nti procedono secondo i piani. In Malesia è attesa la power unit numero 4, si è lavorato sulla parte termica (il V6 turbo) per estrarre più potenza e migliorare la combustion­e. Il debutto poteva essere anticipato a Spa per «copiare» la Mercedes e pompare più olio? No, a Maranello avevano bisogno di testarne a fondo l’affidabili­tà e volevano prendersi più tempo per lo sviluppo in vista del rush finale (e dei nuovi vincoli sul consumo di lubrifican­te). Occhio alla Red Bull in crescita: grazie a interventi su passo e sospension­i (il motore Renault resta il punto debole) potrebbe fare l’arbitro della sfida fra rossi e grigi.

Vettel Sono sicuro che abbiamo preso la direzione giusta: saremo competitiv­i fino alla fine Risultati e sponsor Serve un immediato riscatto a Singapore Rinnovato il contratto con Philip Morris

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