Ferrari, la sfida degli aggiornamenti decide il Mondiale
A Monza gap più grande per l’assetto sbagliato, in Malesia il nuovo motore che migliora la combustione
Dimenticare i distacchi pesantissimi e pensare ad altri numeri. A Maranello, dopo aver firmato ieri il rinnovo con lo storico sponsor Philip Morris, provano a guardare il bicchiere mezzo pieno. Anche se non è facile perché la botta davanti alla marea rossa è stata tremenda. I 33 punti raccolti da Sebastian Vettel fra Spa e Monza hanno limitato i danni. Lewis Hamilton comanda il Mondiale con tre lunghezze di vantaggio sul tedesco, bazzecole a 7 gare dalla fine.
Già fra due settimane a Singapore tutto potrebbe ribaltarsi, e se non fosse così bisognerebbe davvero preoccuparsi perché il circuito cittadino fra i grattacieli, con le sue curve lente, sembra disegnato apposta per esaltare le caratteristiche della Rossa. L’ira del presidente Sergio Marchionne per il gap imbarazzante potrebbe trasformarsi in gioia. La tappa italiana, ma anche quella belga, erano attese come una via crucis. Al di là dell’ottimismo di facciata ci si aspettava due doppiette Mercedes. Copione puntualmente rispettato a Monza, ma non a Spa dove Seb è riuscito a infilarsi fra le Frecce d’Argento e a chiudere incollato agli scarichi di Hamilton. Nell’autodromo brianzolo, invece, la Ferrari aveva poche carte da giocarsi: rettilinei e tornanti velocissimi premiamo la bassa resistenza aerodinamica e la potenza del motore, campi in cui la Mercedes eccelle. Nello scontro fra due filosofie progettuali agli antipodi (il passo lungo della W08 e quello corto della SF70H) era prevedibile che la bilancia pendesse dalla parte dei grigi.
I tecnici del Cavallino avrebbero potuto caricare di più le ali per guadagnare decimi nei tratti più guidati del tracciato, ma così l’avrebbero pagata sul dritto e sarebbe stata dura superare anche Force India e Williams (motorizzate Mercedes). A livello di motore poi quello nuovo della Stella ha fatto la differenza ma non quanto è sembrato. Si parla di tre decimi a giro, Vettel ne perdeva parecchi di più, perché? Oltre ai già citati limiti progettuali della monoposto su piste del genere, la ragione è aver sbagliato completamente l’assetto sull’asciutto (dopo le pessime qualifiche sul bagnato) imboccando un vicolo cieco che ha ingigantito le proporzioni della sconfitta.
Errore grave, ma sarebbe altrettanto grave deprimersi: gli aggiornamenti procedono secondo i piani. In Malesia è attesa la power unit numero 4, si è lavorato sulla parte termica (il V6 turbo) per estrarre più potenza e migliorare la combustione. Il debutto poteva essere anticipato a Spa per «copiare» la Mercedes e pompare più olio? No, a Maranello avevano bisogno di testarne a fondo l’affidabilità e volevano prendersi più tempo per lo sviluppo in vista del rush finale (e dei nuovi vincoli sul consumo di lubrificante). Occhio alla Red Bull in crescita: grazie a interventi su passo e sospensioni (il motore Renault resta il punto debole) potrebbe fare l’arbitro della sfida fra rossi e grigi.
Vettel Sono sicuro che abbiamo preso la direzione giusta: saremo competitivi fino alla fine Risultati e sponsor Serve un immediato riscatto a Singapore Rinnovato il contratto con Philip Morris