Corriere della Sera

Azzurri con il fiatone Israele battuto di misura

Gli azzurri soffrono, ma battono Israele tra i fischi Decide un gol del laziale, il secondo posto è al sicuro

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

I playoff, diventati l’unica strada possibile verso il Mondiale russo, sono a un passo. L’Italia piega Israele con il minimo sindacale e mette in cassaforte gli spareggi. Il viaggio per Mosca è ancora lontano. Ma almeno, a distanza di vent’anni dall’unico precedente, possiamo cominciare a ragionare sul doppio dentro o fuori di metà novembre che affrontere­mo con la certezza di essere testa di serie. Agli azzurri manca appena un punto. Ma se, come è probabile, l’Albania perderà in Spagna il 6 ottobre, già la sfida contro la Macedonia allo stadio Grande Torino la stessa sera potrebbe trasformar­si in una specie di amichevole.

La vittoria sofferta con Israele grazie alla rete di Immobile di sicuro non passerà alla storia, ma è preziosa per tanti motivi: per ripartire dopo la scoppola rimediata al Bernabeu, per spedire all’inferno dei -6 l’Albania di Panucci e per il solito ranking, ormai una specie di ossessione. Però è lecito, nei prossimi mesi, aspettarsi di più. Non è questa la strada per andare in Russia. Serve una Nazionale più convinta e più in palla. Settembre non ci è mai stato favorevole, però la squadra di Ventura sembra aver smarrito la strada maestra riuscendo ad addomestic­are la partita nella ripresa e rischiando grosso nel finale (errore di Astori e pallonetto molle di Ben Chaim).

Per tutto il primo tempo è un’Italietta: ritmo basso, braccino corto, zero movimento senza palla, soprattutt­o da parte della coppia di attaccanti. Belotti e Immobile, sotto gli occhi di Cairo, giocano a fare le belle statuine aspettando di essere serviti, anziché provare a scompagina­re i piani difensivi degli israeliani. Il 4-2-4, ancora una volta, non funziona. Verratti e De Rossi, come a Madrid, tengono troppo palla; le fasce non vengono sfruttate, la squadra si allunga. Mancano reattività e precisione. Il risultato sono i fischi, spazientit­i, dei tifosi di Reggio Emilia. Il primo tempo è uno spettacolo da dimenticar­e. Due le occasioni: un rigore in movimento fallito da Belotti dopo 50 se-

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