Corriere della Sera

Trump cancella il sogno dei migranti

Entrati da bambini, 800 mila giovani potrebbero essere espulsi nel 2018 Lo schema sull’immigrazio­ne divide l’America (e i repubblica­ni)

- Di Giuseppe Sarcina Ottolina

Si spezza il sogno americano di migliaia di giovani immigrati giunti illegalmen­te negli Usa. Il presidente Trump ha avviato lo smantellam­ento del programma che li proteggeva dall’espulsione e consentiva loro di lavorare con permessi temporanei. Molte le voci critiche, da Barack Obama ai giganti dell’hi-tech.

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Dal sogno all’incubo. Circa 800 mila giovani rischiano di essere espulsi dagli Stati Uniti il 5 marzo 2018, quando scadrà la copertura legale del programma Daca, «Deferred action for childhood arrivals».

Ieri il ministro della Giustizia Jeff Sessions ha annunciato che il provvedime­nto emanato da Barack Obama nel giugno del 2012 è «abrogato». La norma protegge le persone entrate illegalmen­te negli Stati Uniti, quando erano bambini con meno di 16 anni. A loro viene garantita la possibilit­à di «vivere il sogno americano». Nel concreto significa ottenere un permesso di lavoro valido due anni (rinnovabil­e), a patto di soddisfare sette requisiti, tra i quali: avere avuto meno di 31 anni nel giugno del 2012; risiedere negli Usa dal giugno 2007; frequentar­e o aver frequentat­o le scuole.

La decisione è stata annunciata con un tweet da Donald Trump: «Congresso, preparati a fare il tuo lavoro-Daca». Camera dei Rappresent­anti e Senato hanno sei mesi di tempo per elaborare un altro schema di tutele. Se non si troverà un accordo, i «sognatori» verranno spediti nei Paesi di origine.

Il presidente dice di aver tenuto fede a un impegno preso nella campagna elettorale. Sessions mette in bella copia le motivazion­i. La prima è giuridica: «Il potere esecutivo aveva agito in modo unilateral­e, creando grande incertezza sul piano legale». La seconda, di merito: «La nazione deve poter fissare il limite di quanti immigrati accettare ogni anno e questo significa che non tutti possono essere ammessi».

Lo stesso Obama replica con un lungo post su Facebook: «È una scelta sbagliata, autolesion­ista, crudele».

Da oggi, dunque, gli uffici amministra­tivi non accetteran­no altre domande, ma la situazione non è affatto chiara.

Nei giorni scorsi i procurator­i generali di dieci Stati hanno minacciato il ricorso alla Corte Suprema contro il Daca. Nello stesso tempo Trump ha ricevuto l’appello «a favore dei dreamers», firmato dai manager di General Motors, Hewlett Packard, Wells Fargo e Marriott. Il New York Times segnala il calcolo di Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analitics: a questo punto il Prodotto interno degli Stati Uniti potrebbe diminuire di 105 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

È una vicenda in cui si mescolano interessi materiali, memoria, identità. Il fronte anti Trump tiene insieme l’ex ministro della Difesa, il democratic­o Leon Panetta, figlio di immigrati italiani, e Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che sceglie più o meno le stesse parole di Obama: «giornata triste e crudele per l’America».

Il presidente afroameric­ano si misurò nel 2012 con il problema forse più difficile. Il 5 giugno 2012, durante le elezioni, trovò l’ufficio di Denver, in Colorado, occupato da un sitin contro la sua politica migratoria. Il 15 annunciò la nascita dello «scudo per i figli degli irregolari».

Anche ieri c’è stata una manifestaz­ione di protesta: duetrecent­o attivisti si sono radunati davanti alla Casa Bianca. Ma per Trump quelle voci non contano: il presidente guarda alla sua base elettorale, rocciosa e ostile con gli stranieri. Ancora una volta, però, l’operazione è parziale. Come è successo con l’Obamacare, The Donald distrugge, ma non offre soluzioni alternativ­e. I consiglier­i dello Studio Ovale sono divisi, i repubblica­ni, se possibile, ancora più confusi. E l’agenda parlamenta­re di settembre è già disseminat­a di trappole: dalla discussion­e sul tetto del debito alla riforma fiscale.

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Protesta Manifestan­ti sfilano a Washington a sostegno del programma «Daca» per i «dreamers» abrogato da Trump (Afp)

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