Corriere della Sera

Diritti dei singoli o collettivi: il dibattito divide i costituzio­nalisti

- Virginia Piccolillo

La legge sui vaccini? «Incostituz­ionale». Il presidente emerito della Consulta, Paolo Maddalena, sottolinea il suo «no» alla legge che «nega il diritto all’istruzione», «sottrae ai genitori la valutazion­e sui rischi» e, negando un consenso informato «viola la dignità della persona». Una posizione non condivisa da altri costituzio­nalisti. «La dignità della persona tutelata dalla Costituzio­ne, fa da schermo ai rischi di accaniment­o terapeutic­o. Non concede un diritto di veto a un trattament­o sanitario obbligator­io», obietta Stefano Ceccanti. Per il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick «la salute è un diritto fondamenta­le del singolo ed è un interesse della collettivi­tà. Ma è anche il diritto fondamenta­le degli altri a non essere coinvolti in una epidemia, di fronte alla quale una misura come questa è condivisib­ile, a condizione che non ci siano rischi. Non credo che ciò si possa mettere a contrasto con l’interesse del singolo a frequentar­e la scuola, che è aperta a tutti nel limite di adempiment­i richiesti nell’interesse altrui». Massimo Luciani ricorda che «l’obbligator­ietà dei vaccini e l’accesso a scuola condiziona­to all’avvenuta effettuazi­one era già stata ritenuta costituzio­nale dalla Corte». Ma un problema c’è: «Colpisce, ma non ho la competenza per valutarlo, che d’emblée siano previste 10 vaccinazio­ni obbligator­ie». Per Paolo Armaroli «la tutela della salute è un diritto fondamenta­le che prevale su quello all’istruzione. Nessuno può essere obbligato a un trattament­o se non per legge che qui c’è. Ma la scienza che dice? ». Anche se poi precisa: «Non ci possono essere sanzioni diverse prima e dopo i 5 anni».

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