Diritti dei singoli o collettivi: il dibattito divide i costituzionalisti
La legge sui vaccini? «Incostituzionale». Il presidente emerito della Consulta, Paolo Maddalena, sottolinea il suo «no» alla legge che «nega il diritto all’istruzione», «sottrae ai genitori la valutazione sui rischi» e, negando un consenso informato «viola la dignità della persona». Una posizione non condivisa da altri costituzionalisti. «La dignità della persona tutelata dalla Costituzione, fa da schermo ai rischi di accanimento terapeutico. Non concede un diritto di veto a un trattamento sanitario obbligatorio», obietta Stefano Ceccanti. Per il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick «la salute è un diritto fondamentale del singolo ed è un interesse della collettività. Ma è anche il diritto fondamentale degli altri a non essere coinvolti in una epidemia, di fronte alla quale una misura come questa è condivisibile, a condizione che non ci siano rischi. Non credo che ciò si possa mettere a contrasto con l’interesse del singolo a frequentare la scuola, che è aperta a tutti nel limite di adempimenti richiesti nell’interesse altrui». Massimo Luciani ricorda che «l’obbligatorietà dei vaccini e l’accesso a scuola condizionato all’avvenuta effettuazione era già stata ritenuta costituzionale dalla Corte». Ma un problema c’è: «Colpisce, ma non ho la competenza per valutarlo, che d’emblée siano previste 10 vaccinazioni obbligatorie». Per Paolo Armaroli «la tutela della salute è un diritto fondamentale che prevale su quello all’istruzione. Nessuno può essere obbligato a un trattamento se non per legge che qui c’è. Ma la scienza che dice? ». Anche se poi precisa: «Non ci possono essere sanzioni diverse prima e dopo i 5 anni».