Corriere della Sera

Le febbri fatali di Caravaggio L’ultimo caso nel ‘97 in Toscana

- Marco Gasperetti

L’ultimo caso, passato alle cronache, di infezione autoctona da malaria risale a vent’anni fa. Quella volta a essere infettata fu una contadina settantenn­e che viveva in un podere delle campagne di Castiglion­e della Pescaia, Maremma grossetana. Non morì, quella donna che non aveva mai messo piede fuori dall’Italia, grazie all’intuizione e al coraggio del medico condotto che, rischiando d’essere preso per pazzo e litigando con alcuni colleghi, la fece ricoverare per sospetta puntura da zanzara anofele.

Da quasi quarant’anni, nell’ex Maremma amara dove le febbri malariche avevano ucciso anche Caravaggio, non si parlava più di zanzara killer. Si scoprì poi che la donna era venuta in contatto con una bambina indiana malata di malaria e s’ipotizzò che, tramite una zanzara, la piccola avesse contagiato l’anziana contadina. Era la fine di agosto del 1997, l’episodio divenne un caso nazionale e la memoria tornò alla «Maremma amara», nella quale il morbo oscuro degli acquitrini aveva mietuto vittime non facendo distinzion­i tra poveri e potenti, tra i quali due figli e la moglie di Cosimo I de’ Medici. Anche un terzo figlio, Ferdinando I, fu contagiato ma riuscì a salvarsi miracolosa­mente. Più tardi la «cruda sorte» toccò al granduca Francesco I e alla moglie Bianca Cappello, che agonizzaro­no per giorni sino all’ultimo respiro per le punture mortali della zanzara anofele. S’ipotizza che anche Dante morì di malaria. Non in Toscana, ma durante l’esilio attraversa­ndo le Valli di Comacchio.

D’altronde la storia è piena di vittime da Plasmodium falciparum: da Carlo V d’Asburgo a Cromwell, dal filosofo Hegel all’esplorator­e Livingston­e. E ancora Guido Cavalcanti, il pittore Francesco Mazzola, detto il Parmigiani­no, Anita Garibaldi. E, ai giorni nostri, il grande Fausto Coppi.

 ??  ?? Vittima illustre Michelange­lo Merisi, detto il Caravaggio, nel ritratto di Ottavio Leoni conservato alla Biblioteca Marucellia­na di Firenze
Vittima illustre Michelange­lo Merisi, detto il Caravaggio, nel ritratto di Ottavio Leoni conservato alla Biblioteca Marucellia­na di Firenze

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